La ministra Dadone inaugura Cheese a Bra

La ministra Dadone inaugura Cheese a Bra

BRA Da venerdì 17 a lunedì 20 torna Cheese la manifestazione ideata e sviluppata da Slow food, che negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nell’offerta turistica ed enogastonomica del Piemonte. Cheese è a cadenza biennale, caratteristica che concorre a creare attesa tra gli addetti ai lavori e gli appassionati delle produzioni casearie. La fiera coinvolge l’intero centro storico braidese: gli spazi riservati ai 250 espositori ricoprono in tutto circa un ettaro.

Accanto ai produttori italiani, sono diversi i Paesi rappresentati: tra loro ci sono Belgio, Svizzera, Regno Unito, Portogallo, Stati Uniti e molti altri. Tante anche le iniziative didattiche, che includono laboratori del gusto e conferenze. Due incontri si svolgeranno già al giovedì sul sito Internet di Cheese. Alle 16 si terrà “Noi e gli animali”, con Simone Pollo, professore di filosofia morale de La Sapienza, e Fred Provenza, docente emerito di ecologia comportamentale all’Università dello Utah, mentre alle 19 si terrà l’incontro dal titolo “L’essenziale è invisibile agli occhi: la battaglia per i prodotti naturali” con il microbiologo Duccio Cavalleri e la monaca benedettina e casara Noella Marcellino.

Il taglio del nastro sarà affidato alla ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone, che alle 10.30 di venerdì darà inizio alla rassegna. Alla politica monregalese abbiamo rivolto alcune domande.

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Fabiana Dadone

Ministra Dadone, che significato ha per lei partecipare all’inaugurazione?

«Cheese è un’occasione per confrontarsi con il mondo, con il mercato e con gli operatori del settore. Abbiamo bisogno di ripartire e per farlo servono eventi che ci aiutino a respirare aria di normalità. Per me, da cuneese, è sempre un onore contribuire a mostrare i nostri prodotti di alta qualità».
Qual è l’importanza di questa manifestazione?

«In questa edizione il motto ne racchiude il senso: “Se non ci fossero gli animali, non ci sarebbe Cheese e non ci sarebbe molto altro, del resto”. Credo che gli organizzatori abbiano colto il nucleo dei temi della sostenibilità ambientale e del rispetto verso gli animali, argomenti che saranno il fulcro delle riforme dei prossimi anni e una sfida per l’intero pianeta».

Pensa sia possibile creare occupazione e nuove opportunità per i giovani attraverso la pastorizia e la produzione di formaggi?

«Nel settore agricolo, l’imprenditoria giovanile riveste ancora una quota piuttosto bassa che, secondo i dati dell’indagine Spa condotta dall’Istat nel 2016, si attesta al nove per cento, tre punti percentuali in meno rispetto alla media europea, con pochissime differenze tra le singole regioni. Questo ci fa capire che c’è ancora molto margine di crescita. Con i contratti di filiera del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui il Ministero per le politiche agricole gestirà 1,2 miliardi all’interno del fondo complementare, si potrebbe intervenire per garantire ai piccoli produttori alpini la possibilità di formare nuove forme di aggregazione, soluzione necessaria per superare i problemi dimensionali di produzione e poter competere su mercati sempre più ambiti».

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Quanto la produzione casearia è importante per preservare il paesaggio montano e collinare?

«Nelle regioni dell’arco alpino i sistemi zootecnici rappresentano ancora oggi una importante realtà per i risvolti produttivi, ecologici e di protezione della biodiversità animale, nonché di controllo e di tutela del territorio, soprattutto per quanto riguarda i rischi idrogeologici e gli incendi. La pastorizia è una delle attività agricole più antiche e nel corso dei secoli ha garantito la sopravvivenza e lo sviluppo delle aree rurali più marginali e meno produttive. Intorno a questa attività si sono sviluppati i saperi, la cultura e la popolazione. È pertanto fondamentale sostenere e difendere la produzione casearia di qualità con delle manifestazioni come Cheese che mettono in risalto le tradizioni tipiche, peculiari di ogni territorio».

Davide Barile

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