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Tartufo reale 2021: la giuria ha scelto di assegnarlo ex aequo

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I premiati Marco Ronzano e Davide Curzietti.

FIERA DEL TARTUFO Domenica 7 novembre è stato consegnato, nella sala consiliare del Municipio di Alba, il Tartufo reale, riconoscimento che la Reale mutua assegna ogni anno ai migliori esemplari di Tuber magnatum in Fiera.

La società assicurativa è da sedici anni sponsor della manifestazione. A consegnare il riconoscimento, oltre ai titolari della filiale albese Lorenzo Cavallotto e Massimo Bazzan, c’era anche il direttore generale Luca Filippone: «Per noi è un momento sentito ancora di più se pensiamo che, l’anno scorso, la premiazione fu l’ultimo appuntamento della Fiera, i portoni si stavano chiudendo alle nostre spalle e la manifestazione fu interrotta».

A illustrare le caratteristiche dei quattro esemplari selezionati per la fase finale è stato Stefano Cometti, giudice del Centro nazionale studi del tartufo. «Il compito è stato difficile, i quattro tartufi erano eccezionali e strutturati in maniera perfetta. Abbiamo quindi deciso di premiare ex aequo Davide Curzietti di San Marzano Oliveto e Marco Ronzano di Castagnole. Il primo ha presentato un tartufo cavato in prossimità di un tiglio, un terreno compatto che ha dato origine a una struttura complessa, proprio perché la trifola deve farsi spazio con forza nel terreno. I profumi sono di miele e aglio, con un sentore di fungo fresco che li sovrasta. Il secondo tartufo era in un terreno sabbioso, vicino a dei pioppi. È quindi risultato essere più rotondo e uniforme, con note di vaniglia e, anche lui, di fungo fresco».

Il peso dei tartufi premiati è, rispettivamente, 440 e 305 grammi. Interpellato sul prezzo del tartufo nel fine settimana, Curzietti commenta: «Il tartufo costa caro ed è giusto che la qualità sia pagata. Nonostante questo, purtroppo molti ne approfittano e propongono cifre assurde. Se tu vendi a 910 euro l’ettogrammo, come purtroppo ho visto da alcune parti in questi giorni, devi poter giustificare una cifra così alta. Non vanno presi in giro i clienti e i turisti, perché poi si spaventano e si rischia che non vengano più. I prezzi devono essere equi, ma non stellari. Lo stesso vale per i ristoranti, dove si pagano cifre assurde per delle grattate, mentre bisognerebbe considerare quanti grammi sono serviti nel piatto. Il cliente, inoltre, ha il diritto di sapere esattamente da dove proviene il tartufo che sta consumando. Il prodotto, quindi, deve essere completamente tracciato».

Davide Barile

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