LA STORIA Tra chi ha aperto una nuova attività nel pieno della pandemia, c’è Davide Lingua, titolare in società del bar Alfieri, che si trova nell’omonima via. «Abbiamo acquistato il bar a dicembre 2019, senza immaginare che da lì a pochi mesi sarebbe scoppiato il Covid-19. I lavori di ristrutturazione sono andati a rilento proprio per questo motivo e finalmente siamo riusciti a inaugurare il 20 luglio 2020», racconta.
«È stata una partenza in salita, anche perché non abbiamo potuto accedere ai ristori, dal momento che dovevamo ancora aprire».
Il 2021 è entrato nel vivo in primavera, con il picco in autunno grazie alla Fiera del tartufo: «Siamo un bar con cucina e quest’anno abbiamo potuto renderci conto dell’impatto positivo del turismo. Per quanto riguarda la situazione attuale, dopo la risalita dei contagi, stiamo notando un certo calo della clientela: com’è inevitabile, molte persone si sentono insicure, nonostante l’adozione di tutte le misure necessarie e il rispetto dei protocolli. Per esempio, abbiamo clienti che ci chiedono le consumazioni nel monouso al posto delle tazze, perché così si sentono più tranquilli».
Com’è stato lo scorso anno, Internet può diventare una risorsa. Lo spiega Lingua: «Tramite i social, cerchiamo di autopromuoverci e di arrivare alle persone. Dal mio punto di vista, oggi per fare questo mestiere serve un po’ di inventiva, perché altrimenti la situazione diventa complessa».
A proposito della realtà albese, il titolare dell’Alfieri conclude: «Penso si tratti di una città in cui vale la pena investire anche in momenti difficili. Certo, se guardiamo alla nostra via Alfieri, qualche miglioramento potrebbe essere messo in atto: il fatto che si tratti di una delle poche strade non pedonali in centro storico la rende forse meno attrattiva, sebbene si trovi a pochi passi da piazza Ferrero».
In effetti, se il bar ha riaperto, altre serrande sono abbassate da anni.
f.p.
