ALBA Attilio Cammarata, presidente del comitato di quartiere Centro storico, precisa: «Per alcune zone, come in piazza San Giovanni, si rischia di confondere la presenza dei giovani con la microcriminalità: sono temi del tutto separati. Anche perché vivere un luogo evita che rimanga incustodito: ma bisogna arrivare a una convivenza pacifica tra i ragazzi e i residenti del quartiere».
Prosegue Cammarata: «Da quando è scoppiata la pandemia, ci siamo resi conto che i giovani – privi di luoghi di aggregazione – sono tornati a vivere le vie e le piazze in cui sono presenti bar e locali, da piazza Pertinace a via Cuneo, da piazza San Francesco a piazza Garibaldi: com’è accaduto quest’estate, questo atteggiamento ha portato ad assembramenti e schiamazzi, a volte fino a tarda serata. Ma la strada da percorrere non è quella della repressione: puntiamo ad avviare un percorso virtuoso che renda i giovani protagonisti, affinché vengano responsabilizzati nell’uso degli spazi comuni e questo approccio sia positivo per il quartiere».
Per questo le tre parrocchie del centro – duomo, San Giovanni e San Damiano – hanno partecipato al bando della fondazione Crc Giovani in contatto, che ha l’obiettivo di favorire iniziative utili a permettere agli adolescenti di riscoprire la socialità, dopo l’impatto del Covid-19. Insieme alla cooperativa Emmaus, si è lavorato per un progetto legato agli educatori di strada. La scorsa settimana la fondazione cuneese ha assegnato 50mila euro per i prossimi tre anni.
Cammarata: «Il comitato di quartiere ha organizzato un festival estivo rivolto ai giovani, oltre a momenti culturali e musicali nel giardino della chiesa di San Giovanni: tutto è stato gestito dai ragazzi. Da qui è emersa l’idea dell’educatore, una figura presente tra i giovani, così da favorire l’integrazione nel contesto sociale, prevenire il disagio e sviluppare il pensiero critico. Allo stesso tempo, occorre riattivare gli oratori delle parrocchie, che potrebbero tornare a essere luoghi di aggregazione».
Al bando ha partecipato anche il Comune, con il progetto Pro.di.gi, finanziato per 63mila euro. Commenta l’assessora Carlotta Boffa: «Questo contributo ci permetterà di attivare una serie d’iniziative rivolte a minori e giovani tra i 10 e i 25 anni: dal recupero della fiducia in sé stessi a momenti di socializzazione, dagli spazi per incontrarsi alla possibilità di ricevere stimoli dalla comunità sono tanti gli aspetti sui quali intendiamo lavorare, tenendo presente il forte impatto della pandemia».
f.p.