La fede può trasfigurare anche le nostre vite

La fede può trasfigurare anche le nostre vite
Trasfigurazione di Gesù, olio su legno di Gentile Bellini (1429-1507), nel Museo Correr a Venezia.

PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI QUARESIMA – 13 MARZO

Da giorni, al centro dell’attenzione, c’è la guerra. Nel Vangelo ci confronteremo con la trasfigurazione di Gesù: un evento che sembra portarci fuori dalla storia e dai suoi problemi. In realtà, proprio perché siamo alle prese con problemi più grandi di noi, abbiamo bisogno di trovare pace e sicurezza nell’incontro con Gesù. È nei momenti di disperazione che si grida a Dio.

La fede può trasfigurare anche le nostre vite
Trasfigurazione di Gesù, olio su legno di Gentile Bellini (1429-1507), nel Museo Correr a Venezia.

Possiamo essere condotti a Dio dalle persone che credono. Il primo modello di uomo di fede è Abramo. Fidandosi di Dio e animato di speranza, diventa profugo: lascia la sua terra, le sue sicurezze e parte; cerca, spera, sogna. Poi vive l’esperienza forte raccontata nella prima lettura: un rito surreale e truculento, da film horror, con animali uccisi e divisi a metà. A quel tempo, nel contesto della cultura mesopotamica, coloro che siglavano l’alleanza passavano tra queste carcasse sanguinolente. Era un monito tremendo a non tradire l’alleanza siglata: chi tradisce possa finire squartato come questi animali! Dio si adegua a questo rituale primitivo: ma passa solo lui sotto forma di fuoco tra gli animali. L’alleanza impegna prima di tutto Dio, che garantisce ad Abramo il compimento della promessa: il suo sogno diventerà realtà. Anche a noi Dio dà questa garanzia.

Possiamo essere condotti a Dio dalle persone che pregano e ascoltano la Parola. È la chiave di lettura del Vangelo della trasfigurazione, che Luca colloca in un contesto di preghiera: «Gesù salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto…». La preghiera cambia lui, i discepoli e anche noi: ci rende capaci di scorgere il volto splendente di Gesù, Figlio di Dio. Chiunque prega e medita la Parola vive momenti di trasfigurazione, in cui sente la bellezza di stare con Gesù e di condividere il suo cammino. Nei momenti belli si vorrebbero costruire capanne anche sul monte, ma poi la concretezza del vivere riprende il sopravvento. Molto realistico il consiglio di un maestro di spiritualità: «Sii fedele nelle tenebre a ciò che hai visto con chiarezza nella luce».

Possiamo essere condotti a Dio dalle persone che testimoniano la propria fede. Paolo, scrivendo ai Filippesi si propone come modello: «Fatevi miei imitatori e guardate a quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi». Chi testimonia la fede diventa punto di riferimento nel cammino di altri a Dio. Questo incontro può trasfigurare anche noi. Lo scrive Paolo ai Filippesi, in toni accorati, con «le lacrime agli occhi»: noi possiamo essere trasfigurati, incontrare Dio e diventare persone di pace. Anche in questa Quaresima così difficile per l’umanità.

Lidia e Battista Galvagno

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