Sublitex dal 1976 imprime tessuti evitando sprechi

Sublitex dal 1976 imprime tessuti evitando sprechi
L'amministratore delegato di Sublitex, Giuseppe Lano

IMPRENDITORIA Per realizzare un metro di tessuto stampato servono 40 litri d’acqua, ancora di più nel caso dei jeans: da soli questi dati basterebbero per far comprendere l’impatto che il mondo del fashion può avere sull’ambiente, in un’epoca di cambiamenti climatici sempre più evidenti. Giuseppe Lano, amministratore delegato di Sublitex, azienda del gruppo Miroglio con sede ad Alba in strada Tagliata, è un convinto sostenitore dell’ecosostenibilità dei processi produttivi: «È anacronistico e inaccettabile esistano processi che prevedono ancora sprechi di risorse naturali. Bisogna cambiare prospettiva: in parte il mutamento è già in atto, ma correrà ancora più veloce nei prossimi anni».

Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio, tra i tessuti colorati: l’azienda ha ricevuto da poco un finanziamento da tre milioni di euro erogato da Unicredit: l’operazione è stata seguita anche dalla Sace (società del Ministero dell’economia specializzata nel campo del credito) tramite Garanzia Italia, strumento previsto dal Decreto liquidità, per sostenere le imprese italiane. I fondi arrivano dal programma Finanziamento futuro sostenibile, con il quale l’ente di credito sostiene la marcia degli stabilimenti verso la riduzione dell’impatto ambientale. Tutti concetti che in casa Sublitex conoscono bene, fin da quando l’azienda è nata, nel 1976. «In quegli anni, non esisteva alcun tipo di sensibilità verso le tematiche ambientali ma Miroglio ebbe un’intuizione lungimirante: sviluppare le potenzialità della sublimazione, una tecnica di stampa senza utilizzo di acqua e a basso impatto energetico».

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Lo stabilimento Sublitex di strada Tagliata

In sostanza, la trama viene impressa su carta e film tecnici, per essere in seguito trasferita e fissata sulla superficie da decorare grazie al calore. «Dapprima si è iniziato con i tessuti, in seguito ci si è resi conto delle applicazioni anche in altri ambiti: in particolare quello dei metalli, con pellicole capaci di garantire una tenuta del disegno anche per dieci anni», prosegue l’amministratore. Finestre e porte in alluminio possono essere impresse con effetti diversi, «lo stesso vale per il Pvc, l’acciaio e altri supporti». L’azienda, leader nel proprio settore, si struttura su due divisioni, Fashion e Architectural: i clienti sono i grandi marchi della moda, a partire dalle altre realtà del gruppo Miroglio, ma anche aziende di arredamento. Nel 2021 l’azienda ha raggiunto i 27 milioni e 700mila euro di fatturato, con una crescita del 30 per cento rispetto al 2020. L’85 per cento del fatturato arriva dall’estero: l’azienda ha contatti commerciali con oltre cinquanta Paesi.

Francesca Pinaffo

 

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