Truffe del trading on-line: denunce per quasi due milioni nel Cuneese

Contrasto alla pedopornografia e lotta alle truffe: il 2021 della Polizia Postale
Materiale mostrato durante la conferenza stampa della polizia postale di Genova nell'ambito di una operazione che ha portato alla denuncia di decine di persone in tutta Italia per aver scaricato on-line film e telefilm coperti dal diritto d'autore, stamani 14 settembre 2010. ANSA/LUCA ZENNARO

CUNEO Denunce per un milione e 700mila euro pervenute agli sportelli della Questura in pochi mesi: numeri allarmanti che danno un’idea delle dimensioni assunte dalle truffe del falso trading on-line. In condizioni normali, questa pratica viene utilizzata dai privati per effettuare autonomamente investimenti su piattaforme Internet, senza intermediazione né controlli da parte di enti di credito: un elemento sfruttato dai malviventi, per far cadere in trappola le vittime, proponendosi, attraverso basa l’invio di proposte di investimento, tramite messaggi di testo, chiamate vocali o sui social, quali intermediari finanziari. Fra gli stratagemmi utilizzati, per rendere credibili proposte fasulle di investimento ci sono riferimenti ai dati di crescita del gruppo Amazon – con la proposta di versare 200 euro e la promessa di rendite elevate – ma anche operazioni analoghe con l’acquisto di Bitcoin (le valute virtuali) e materie prime. In realtà, come verificato dalla Polizia postale, le somme corrisposte finiscono su conti in Lituania, Estonia, Germania e Regno Unito e i truffatori riescono a ottenere dati sensibili e coordinate bancarie delle vittime e usare, in alcuni casi, i loro conti correnti, come contenitori attraverso i quali far transitare somme versate da altri bersagli. Per questa ragione gli agenti della Questura di Cuneo raccomandano «di non inoltrare documenti d’identità, né selfie e avvisare le Forze dell’ordine e la propria banca», nel caso si ricevano messaggi che promettono facili guadagni.

Davide Gallesio

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