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I rigori premiano il Milan all’Alba dei campioni (FOTO E VIDEO)

I rigori premiano il Milan all'Alba dei campioni (FOTO E VIDEO)
© Marcato

CALCIO Si è conclusa con il successo del Milan sui cugini dell’Inter la prima edizione del torneo Alba dei campioni, cui hanno partecipato le squadre Under 18 delle due squadre milanesi, del Napoli e del Paris Saint-Germain. Organizzato dall’omonima associazione e dal Comune il torneo ha raccolto fondi per la fondazione Vialli e Mauro.

A dare il calcio d’inizio all’Augusto Manzo di San Cassiano, nel pomeriggio di giovedì scorso sono stati Milan e Psg: i diavoli si sono imposti per 4-0. Alla sera, l’Inter ha prevalso 3-1 sul Napoli. La finale per il terzo posto è stata vinta dal Napoli: dopo l’1-1 nei tempi regolamentari, la formazione partenopea ha avuto la meglio ai calci di rigore. Il derby milanese che ha assegnato il titolo si è concluso a reti bianche dopo i 90 minuti regolamentari. In seguito, fatali ai nerazzurri sono stati i tre errori dal dischetto, contro l’unico dei rossoneri.

La pioggia intermittente non ha influito sull’andamento della manifestazione, che ha riscosso successo dal punto di vista del pubblico e della copertura mediatica. Il campionato inizierà il 18 e il torneo albese è stato un banco di prova per le squadre.

Commenta Daniele Sobrero, consigliere comunale con delega allo sport: «Essendo la prima edizione temevamo di sbagliare qualcosa, anche perché abbiamo avuto solo 55 giorni di tempo per organizzare, ma è andato tutto per il meglio. Alba dei campioni si appresta a diventare un appuntamento fisso per il grande calcio giovanile internazionale. Il prossimo anno ci saranno almeno otto partecipanti. Al momento, Guardiola ha confermato a Massimo Mauro la presenza del Manchester City».

«Siamo entusiasti della riuscita del torneo, il numeroso pubblico ha inteso le finalità benefiche alla base di Alba dei campioni. Abbiamo ricevuto soltanto commenti positivi e siamo già al lavoro per la prossima edizione. Ringrazio chi ha collaborato per la buona riuscita, in particolare, oltre a Daniele Sobrero, Ivano Martinetti, Roberto Tricarico ed Edoardo Accossato», ha aggiunto Leonardo Prunotto, presidente dell’associazione Alba dei campioni.

  • Le parole del consigliere albese Daniele Sobrero

Leonardo Prunotto dell’associazione Alba dei campioni

Cristiano Eirale: quando il bullo è il tuo superiore

IL CONVEGNO Il torneo L’Alba dei campioni si è giocato giovedì 1 e sabato 3 a San Cassiano tra le formazioni under 18 di Milan, Inter, Napoli e Paris Saint Germain, con lo scopo di raccogliere fondi destinati alla fondazione Vialli e Mauro per lo sport, impegnata dal 2003 nel sostenere la ricerca contro la Sla e il cancro. La parte sportiva, di cui diamo notizia a pag. 51, si è ampliata con un convegno su bullismo, cyberbullismo e valori dello sport, svoltosi venerdì 2 al teatro Giorgio Busca (www.gazzettadalba.it). Gli interventi albesi sono stati aperti e moderati da Fabio Caressa, da anni commentatore su Sky.

Il pubblico ha potuto assistere a un video, realizzato prendendo spunto dalla vicenda di Carolina Picchio, morta suicida a quattordici anni nel gennaio 2013. Il motivo che la spinse al gesto estremo fu la vergogna provata dopo quella che doveva essere una festa tra amici. Complice qualche bicchiere di troppo, Carolina aveva perso conoscenza: invece di aiutarla, i ragazzi si divertirono a simulare un rapporto sessuale con lei, filmandola. Il giorno successivo, la giovane ricordava nulla, ma presto le arrivarono centinaia di messaggi: il video era stato diffuso, corredato da commenti di ogni tipo. Carolina non volle più uscire dalla sua stanza, ma alla fine scelse di farlo gettandosi dalla finestra. «Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno», è lo straziante biglietto d’addio di Carolina. Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato: una vittima di bullismo su dieci tenta il suicidio. Di forte impatto l’hashtag creato dalla Onlus Fare x bene per veicolare i messaggi contro il cyberbullismo sulle Reti sociali: #maipiùunbancovuoto.

Sono intervenuti anche tre professionisti dell’area medica, tutti delle nostre zone. Ha iniziato Elisa Lioce, medico della Fondazione Banca d’Alba e dello J medical. «Nel mio lavoro, vedo ogni giorno una quarantina di persone. Le visito, ma soprattutto le faccio parlare. Il dialogo è importantissimo per una corretta diagnosi, mi raccontano i loro problemi e le loro storie. Tra gli argomenti più toccati c’è proprio il bullismo. Purtroppo lo troviamo dappertutto: a scuola, al parco, all’oratorio. Tanti mi parlano di figli o nipoti che lo subiscono, ma nessuno riporta casi in cui gli stessi sono i responsabili. È un dato importante da tenere presente». Alla platea, la dottoressa ha rivolto alcune domande, su chi avesse subito bullismo, chi ne fosse stato spettatore e chi responsabile. Pochissime le mani alzate in tutti i casi, «magari è un bias del campione, una fortunata coincidenza, ma per esperienza so che è difficile parlare in pubblico di torti e violenze subiti. Giocano un ruolo fondamentale la prevenzione e l’ascolto, a volte tali problemi sono difficili da far emergere: tutto può migliorare con campagne informative adeguate».

Cristiano Eirale, medico sportivo del Psg, già a servizio dell’Inter e delle nazionali di Qatar, Algeria e Costa d’Avorio, ha aggiunto: «So che non siete stati sinceri, io stesso ho risposto affermativamente alle tre domande. Bullismo non vuol dire essere picchiati in bagno, a volte basta una parola detta male. Il fenomeno si configura ogni volta che uno non può difendersi. Anche nel calcio è così: sono medico, ma in passato ho giocato e conosco le dinamiche dello spogliatoio. Lo chiedo a voi, giovani calciatori: quante volte si prende in giro qualcuno per l’aspetto fisico? Le ricerche dicono che, nello sport, il dieci per cento degli atleti è bullizzato, il cinquanta per cento assiste a episodi e il quindici ne è l’autore. Non solo tra pari, a volte il bullo è un superiore, come ad esempio l’allenatore».

Le vittime di bullismo nello sport sono riconoscibili da alcuni sintomi, «innanzitutto si perde la voglia di allenarsi, c’è chi abbandona la squadra o addirittura ogni pratica sportiva. Se si prosegue, le prestazioni diminuiscono, ci si allena peggio perché il corpo fa di tutto per eliminare il cortisolo generato dallo stress. Nei casi più gravi, possono comparire insonnia e depressione. I medici, ma soprattutto i genitori, devono essere pronti a cogliere i sintomi del disagio. L’ambiente va educato, c’è anche il problema dell’omertà. Passi avanti ne sono stati fatti, un tempo l’argomento era tabù, ma il lavoro è ancora lungo».

Al dibattito ha partecipato anche Daniela Cusan della fondazione Crc, impegnata da sempre in progetti socio assistenziali. «Su seicento milioni erogati in trent’anni dall’ente, buona parte è andata a iniziative di carattere sociale, rivolte soprattutto ai giovani. Ai bravi giocatori sul campo dico: ricordatevi di esserlo anche nella vita. Le situazioni di fragilità colpiscono ovunque, lo sport può essere un’occasione di inclusione e riscatto sociale. Ricordate: ogni volta che avete il telefono in mano e vi apprestate a commentare qualcosa, state per giocare una partita vera. Sconfiggiamo il cyberbullismo pensando sempre se il testo può essere offensivo».

Tra gli ospiti presenti c’era Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri). «Ad arbitrare si inizia da ragazzini, obbligati a prendere decisioni difficili e immediate in ambienti ostili. Le regole, nel calcio, permettono a tutti di esprimersi e giocare nello stesso modo. Diversamente, il bullo potrebbe prendere la palla con le mani e portarla direttamente in rete. Se ricevi un fallo, sai che il tuo avversario potrà essere punito con un cartellino e la tua squadra guadagnerà un calcio piazzato. Senza un arbitro, l’episodio porterebbe soltanto ad alimentare sentimenti di vendetta». 

Gianluca Vialli: il cancro mi ha migliorato come uomo

IL PERSONAGGIO In chiusura, al Sociale, c’è stato un momento con Gianluca Vialli e Massimo Mauro intervistati da Caressa. Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea le squadre in cui ha militato il primo, ora capo delegazione della Nazionale. Mauro ha giocato nel Catanzaro, nell’Udinese di Zico, nella Juventus di Platini e nel Napoli di Maradona. Già dal prossimo anno, ha detto Mauro, «ad Alba dei campioni potrebbero partecipare otto squadre, rendendo il torneo un appuntamento fisso».

  • Fabio Caressa

Vialli ha poi parlato della sua malattia: «A novembre festeggerò il quinto compleanno da malato di cancro al pancreas. Ho mai inteso la patologia come una battaglia: è un avversario più forte di me. E, se la tiro per le lunghe, magari si stancherà. Cerco di pensare alle cose per le quali mi piace vivere. Non dico di essere grato, ma il cancro mi ha migliorato come uomo, consentendomi di bilanciare le emozioni. E so d’essere circondato d’affetto». 

Davide Barile

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