PAVESE FESTIVAL Due giorni pienamente positivi per la data fuori porta del Pavese festival che ha portato sabato 17 e domenica 18 settembre la fondazione dedicata allo scrittore di Santo Stefano Belbo in Calabria. Grazie alla collaborazione con il Comune e la Pro loco di Brancaleone si è instaurata una solida amicizia, sancita anche da una cena in cui vini locali e ravioli del plin del pastificio Vallebelbo si sono incontrati.
Nella giornata di sabato, nella locale biblioteca Pavese, si è tenuto un convegno sui testi di Giovanna Romanelli dedicati alle figure femminili dello scrittore insieme all’editore Rubettino e al caffè letterario Mario La Cava, mentre alla sera il cantante Omar Pedrini si è esibito con lo spettacolo On the road sul rapporto tra Pavese e l’America: al termine una visita alla dimora in cui lo scrittore visse nel 1935 come confinato politico insieme all’attuale proprietario Tonino Tringali.
Alla domenica la Pro loco ha invece organizzato una passeggiata tra i luoghi pavesiani di Brancaleone culminata con la consegna di una foto inedita di Concia da parte del figlio: la ragazza strinse un’amicizia intima con lo scrittore e venne trasposta nel romanzo Il carcere proprio con il suo nome (un caso unico nelle opere pavesiane). Il fine settimana si è poi concluso con uno spettacolo dedicato all’Antologia di Spoon river realizzata da attori e musicisti locali.
Un’esperienza che potrà tornare utile per le future edizioni, come spiega Pierluigi Vaccaneo, direttore della fondazione santostefanese: «L’idea per il prossimo anno è di rendere il festival una manifestazione itinerante con la vecchia abitudine di andare nei paesi vicini, pur considerando ancora il paese di Brancaleone».
In Calabria si è trovata una «grande accoglienza e una cittadinanza attiva» che possono essere da esempio anche per i santostefanesi di come vivere il turismo culturale, che Amministrazione e fondazione stanno cercando di promuovere. Lì Pavese soggiornò pochi mesi ma il ricordo di quel periodo è ancora vivo: «molti cittadini si aspettavano un comunista battagliero, ma quando conobbero l’uomo, si crearono grandi rapporti d’amicizia».
Lorenzo Germano