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Salari: in Italia il calo è del 5,9 per cento annuo

Salari: in Italia il calo è del 5,9 per cento annuo

OCCUPAZIONE Di lavoro parlano i dati pubblicati dall’Istat a inizio settembre: gli occupati, in Italia, sono, secondo il report, circa 23,2 milioni, dato in lieve calo rispetto all’agosto 2021. In assoluto sono circa 22mila le persone “estromesse” dal mercato occupazionale rispetto allo scorso anno: si tratta per lo più di donne. La componente femminile sembra dunque patire di più lo stato di incertezza economica che si respira in ogni areale.

La disoccupazione nel nostro Paese raggiunge oggi il 7,9 per cento e il tasso di inattività supera il 34. I numeri descrivono un sistema in via di modificazione, in conseguenza delle grandi perturbazioni verificatesi (rincari, guerra in Ucraina e due anni di pandemia).

Gli stipendi sono uno dei nodi critici: secondo lo studio pubblicato in estate dall’osservatorio Job pricing intitolato Jp salary outlook, le retribuzioni medie fanno dell’Italia l’undicesimo Paese fra i diciassette analizzati nel gruppo Ocse. I ricercatori spiegano che «i livelli salariali di quasi tutte le Nazioni hanno risentito, in maniera non trascurabile, dello shock economico negativo causato dal Covid-19. L’Italia è il Paese che ha accusato il colpo maggiore, con una diminuzione del salario medio annuo del 5,9 per cento».

Le ragioni dello svantaggio retributivo sono complesse, dicono i ricercatori: «Il dibattito economico sulla dinamica salariale italiana le attribuisce principalmente alle differenze di produttività. Per quanto sia una tematica influenzata da una serie di fattori interdipendenti, la teoria economica concorda sul fatto che la capacità produttiva, in Italia, risente di alcune debolezze tra cui il peggioramento della competitività della nostra industria, evidente dalla seconda metà degli anni ’90». La struttura del tessuto economico composto «in maniera preponderante da micro e piccole aziende» è un altro punto debole – le realtà più grandi ben competono, in termini di capacità, nel panorama internazionale –, assieme alla «presenza di un sistema produttivo con tecnologie medio-basse e inefficienze normative».

Un sistema basato sulla sola competizione provoca più sofferenze che benessere: una filosofia fondata su produttività e consumi crescenti produce troppe disuguaglianze e scarsa qualità di vita. Fra le maggiori problematiche ci sono anche le differenze salariali: la retribuzione lorda media dei dirigenti è di 101.649 euro, quella dei quadri 54.519 euro, gli impiegati si attestano a 30.836 e gli operai a 24.787 euro. In altre parole i dirigenti incassano quattro volte di più rispetto agli operai.

Tornando al livello regionale, la Retribuzione annuale lorda (Ral) media dei nostri dirigenti è pari a 101.395 euro, i quadri ne guadagnano 53mila, gli impiegati 30mila e gli operai 25mila. La disuguaglianza tra il vertice e la base della piramide emerge, anche in questo caso, in maniera molto evidente.

Se si analizzano i singoli settori, quello bancario spadroneggia con una Ral di 44.513 euro, cioè circa 3.500 euro al mese per i dipendenti, mentre i salari più bassi si hanno nei servizi alla persona (23.941 euro). Secondo i ricercatori, «la dimensione aziendale è determinante per i salari: i dipendenti delle grandi imprese guadagnano di più. La Ral media per le imprese micro è pari a 25.747 euro, mentre per i lavoratori dei grandi gruppi arriva a 37.149 euro: la differenza è circa del 44 per cento».

r.a.

Lavoro: occorre guardare oltre le misure d’urgenza

OCCUPAZIONE  Giuseppe Garesio è l’amministratore delegato di Jobslab synergie: il gruppo, fondato di recente, realizza studi comparativi su modelli europei ed extracontinentali di welfare, formazione e retribuzione. Il dirigente illustra le ragioni della scelta: «Nel nostro mercato del lavoro si interviene in modo frammentario e quasi sempre sotto le spinte emergenziali: poche sono le occasioni di scambio di idee e di approfondimento. Noi riteniamo importante confrontarci con coraggio su questi temi: per questo abbiamo promosso la nascita di Jobslab, una realtà focalizzata sugli studi nel campo delle politiche del lavoro e delle relazioni industriali».

Salari: in Italia il calo è del 5,9 per cento annuo 1 Tra le prime iniziative ideate dall’azienda, ad Alba, doveva tenersi una due giorni di convegni con esperti del settore occupazionale e un centinaio di direttori del comparto risorse umane. Il castello di Grinzane Cavour doveva accogliere, fra il 16 e il 17 settembre, ministri, pensatori e professori universitari, ma l’improvvisa caduta del Governo e l’indizione delle elezioni hanno imposto di rimandare a data da destinarsi Il summit. Garesio ha spiegato che, fra le priorità del progetto Jobslab ci sono «stimolare l’occupazione di qualità, grazie all’ideazione di corsi di formazione, momenti di orientamento e di riqualificazione, e il coinvolgimento di aziende in collaborazioni strategiche per creare situazioni di incontro e sviluppare progetti congiunti, col fine di ridurre le diseguaglianze sociali». Questo processo dovrà passare attraverso la promozione di azioni positive, a tutela del lavoro delle donne e delle fasce deboli, del diritto al lavoro, del cambiamento organizzativo e della parità salariale.

r.a.

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