Il sito Acna sarà riperimetrato? Il Piemonte dice no

L’Eni progetta il risanamento dell’area accanto al sito Acna

VALLE BORMIDA Riperimetrare o non riperimetrare? Il dubbio riguarda tutti i Sin (siti di interesse nazionale), aree interessate nel corso degli anni da situazioni di grave inquinamento che ora sono al centro di valutazione da parte del Ministero della transizione ecologica in vista di una possibile revisione dei confini. Nella lista c’è anche il sito ex Acna di Cengio e Saliceto, l’unico in Italia a estendersi su due regioni. Giovedì scorso se ne è parlato in una riunione in videoconferenza che ha coinvolto tecnici del Ministero, delle Regioni Piemonte e Liguria, delle Province di Savona, Cuneo, Asti e Alessandria e i sindaci di una ventina di Comuni situati lungo l’asta fluviale del Bormida, da Cengio a Ponti, nell’Alessandrino.

La procedura è in corso dal 9 febbraio, quando la direzione generale Ussri (uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche) del Ministero ha creato un gruppo di lavoro con l’incarico di valutare se i siti di interesse nazionale hanno ancora i requisiti per essere considerati tali o se ci sono aree o territori da escludere rivedendo i confini. L’incontro della scorsa settimana aveva lo scopo di iniziare ad acquisire informazioni da parte degli enti locali, che entro sette giorni dalla riunione dovranno far pervenire la documentazione al Ministero.

Qualcuno in realtà si è già mosso. L’associazione Valle Bormida pulita ha inviato, il giorno stesso della riunione, una dettagliata memoria segnalando numerose criticità: dalla situazione della cosiddetta area Merlo (esterna al sito e di proprietà privata, ma nella quale sono state trovate sostanze inquinanti molto al di sopra dei limiti di legge), alla tenuta delle barriere di contenimento, senza trascurare le perplessità sul possibile riutilizzo del sito. Anche il Comune di Bergolo si è fatto sentire con un documento nel quale la messa in sicurezza dell’area viene definita «abile circonvenzione dei Comuni di prossimità, non diversa dalle tante perpetrate in passato a loro danno». La linea dei Comuni del l’asta fluviale, come sottolinea il sindaco di Cortemilia Roberto Bodrito è di inviare nei prossimi giorni un documento unitario al Ministero. «Su questa vicenda il territorio si è sempre mosso insieme», afferma Bodrito.

La videconferenza ha però anche confermato la differenza di posizioni su certi aspetti della vicenda. Il sindaco di Cengio ha accusato di malafede chi parla di bonifica non effettuata, ribadendo che il fiume è risanato e che a valle non c’è più inquinamento. Un punto di vista che contrasta con quanto è stato segnalato dai paesi della media Valle Bormida (quella in zona gialla, ossia a medio rischio), dove, in occasione delle piene del fiume del 2016 e 2019, si è tornato a sentire quello che un tempo veniva definito “odore di Acna”.

 Corrado Olocco

Acna: la bonifica sarà completata nel primo semestre 2019

Da Saliceto posizione netta: «L’area non dev’essere ridotta»

Da Saliceto, Comune nel cui territorio rientra una parte del sito Acna (la cosiddetta zona A4, quella di Pian Rocchetta), arriva una presa di posizione netta nei confronti della possibile riperimetrazioneA esprimerla sono il vicesindaco Pierluigi Dotta e la consigliera delegata all’ambiente Monica Garello. «Se per riperimetrazione si intende una riduzione dell’area, si tratta di un’eventualità assolutamente non condivisibile», affermano gli amministratori del paese al confine con la Liguria. «I valori dei parametri misurati a seguito anche degli ultimi eventi alluvionali e l’attività di bonifica in corso in un settore dell’area di carattere sperimentale in quanto progetto pilota (l’area Merlo, nda) non consentono di prevedere a breve-medio termine una riduzione dell’attenzione sul sito stesso», proseguono Dotta e Garello, che entrano anche nel dettaglio degli interventi finora effettuati a Cengio e Saliceto.

«Trattandosi di una bonifica sui generis (si tratta infatti di una messa in sicurezza permanente) che non ha comportato l’asportazione totale del materiale contaminato, ma il suo parziale stoccaggio sul posto, si configura una situazione simile a quella di una discarica. È quindi doveroso mantenere un costante livello di attenzione tramite un monitoraggio di carattere permanente. Da quest’ultima imprescindibile attività deriva la sicurezza ambientale di tutto il tratto di Valle Bormida coinvolto». 

c.o.

Banner Gazzetta d'Alba