Abitare il piemontese: la parola della settimana è dì

Dì: dire, raccontare, celebrare, nominare, parlare; giorno; dito/dita.

Abitare il piemontese di Paolo Tibaldi arriva sul palco del palaAlba capitale
Paolo Tibaldi

ABITARE IL PIEMONTESE Mi è stato scritto che la rubrica rappresenta una forma di arte contemporanea, deputata non per forza a commemorare, ma a comunicare. Ho accolto con piacere questa osservazione, viatico per l’approfondimento della parola o sillaba . La parlata piemontese varia a seconda di zona, abitudini, lessico familiare; lemmi diversi possono essersi sviluppati fino a convergere, pur partendo da differenti etimi. È il caso della parola di oggi, con tre netti significati suffragati dal prezioso Repertorio etimologico piemontese curato da Anna Cornagliotti.

Il primo significato della parola è giorno, inteso come giornata. La sua provenienza è diem latino. Qualche esempio in piemontese: tȓavajé dì e neut (lavorare giorno e notte); ao dì d’ancheu (al giorno d’oggi); dì pì, dì meno (giorno più, giorno meno); deje j’eut dì (dare gli otto giorni, ovvero licenziare o dimettersi); tuti ij dì a-s n’ampȓend un-a (tutti i giorni se ne impara una).

Un altro significato è dito o dita. L’origine latina è riferita a digitum. È vero che da qualche parte il dito è chiamato dil o dia, ma ad Alba e dintorni è anche chiamato ; dunque è doveroso includerlo nella narrazione: tajesse ij dì (tagliarsi le dita); beut-me doi dì ëd vin (versami due dita di vino); màl ao dì poȓi (male all’alluce del piede).

Il terzo significato culmina nel verbo dire in senso ampio, dal latino dicere. In lingua piemontese, infatti, non significa soltanto dire in quanto pronunciar parole, ma per varie forme del dire: dì cheicos (dire qualcosa); con it disne? (come ti chiami); i-i diso Gigi (lo chiamano Luigi); vin da dì messa (vino per celebrare la messa); dì o rosaȓi (recitare il rosario); avèj da dì (litigare); dine da vende e da pende (ingiuriare); tȓové da dì (criticare); nen podeiȓa dì (non poterla dire, ovvero non poter competere con qualcuno). Quanto si può “dire” con due sole lettere!

Per mettere insieme i tre significati della parola di questa settimana, mi sono permesso di inventare una sorta di scioglilingua: si dì ans ij dì son nen da dì (questi giorni sulle dita non sono da dire).

Paolo Tibaldi

Banner Gazzetta d'Alba