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Domani lo sciopero generale indetto dai sindacati di base contro la manovra

Domani lo sciopero generale indetto dai sindacati di base contro la manovra

SCIOPERO Giù le armi, su i salari: è lo slogan dello sciopero generale proclamato dalla galassia dei sindacati di base contro la manovra economica del Governo e per la pace, per stipendi, diritti, pensioni adeguate e sanità, scuola e case pubblici e di qualità. Alla protesta aderiscono Cub, Cib Unicobas, Confederazione Cobas, Sgb, Sicobas, Usb e Usi Cit.

Le manifestazioni principali sono previste a Roma davanti al Ministero dell’economia, dalle 10,  a Milano, di fronte Assolombarda, e a  Torino in piazza Carlo Felice.

«A fronte del forte peggioramento delle condizioni economiche che ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi di tutti i beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, i sostegni messi in campo dal precedente Governo si sono rivelati assolutamente insufficienti, come la linea di intervento messa in campo dalla neo eletta presidente del Consiglio che si muove nella stessa direzione», affermano i sindacati. «I redditi in Italia non crescono – sottolineano i rappresentanti dei lavoratori -. È un dato di fatto che i salari del nostro Paese, unico tra quelli Ocse, sono più bassi rispetto a quelli di 30 anni fa. A questo si aggiunge l’esplodere di un’inflazione a due cifre, che sta spingendo altri milioni di persone sotto la soglia di povertà«.

Anche Cgil e Uil si preparano alla mobilitazione, nessuna forma esclusa, per chiedere di modificare la manovra, giudicata «sbagliata» e iniqua, a partire dal fronte pensioni. Cauta la Cisl, che invece esprime un giudizio «articolato», dice no allo sciopero e punta più al dialogo e al confronto con il governo per «migliorare» la legge di Bilancio.

Confronto già fissato a palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni, che ha convocato i sindacati per mercoledì 7 dicembre.

Il sindacato Slg-cub di Poste italiane aggiunge ai temi dello sciopero l’avvicinarsi della fine del servizio universale fissato al 30 aprile 2026. «Da anni si vede chiaramente la rovinosa strategia aziendale di riduzione speculativa del personale (la carenza nazionale è di 90mila unità), che provoca stress, malattie e infortuni ed è attuata per aumentare gli utili economici, con l’invenzione dell’incivile sistema di consegna della posta “a giorni alterni e rarefatti”, senza uguali in Europa, eliminando ben 1.900 uffici postali, su tutto il territorio italiano, e riducendo gli sportelli aperti in quelli ancora esistenti», spiega il sindacato in una nota.

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