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Peste suina africana, un danno da 20 milioni di euro al mese

Peste suina africana, un danno da 20 milioni di euro al mese
Oltre 150 suinicoltori e addetti al settore hanno preso parte al convegno di Confagricoltura.

CAVALLERMAGGIORE Un ruolo più incisivo della politica e più fondi per aiutare il settore suinicolo piemontese a uscire dal momento di crisi. Sono alcune delle richieste emerse durante il convegno sulla gestione della peste suina africana, svoltosi a Cavallermaggiore, e che ha coinvolto autorità, addetti ai lavori e una platea di oltre 150 allevatori.

A lanciare l’allarme è stato per primo il presidente nazionale della Federazione suinicola di Confagricoltura, Rudy Milani. «Ho avuto la sensazione che il problema della peste suina africana sia considerato esclusivamente piemontese e ligure, ma non è così. Alla politica, salvo qualche raro caso, questa situazione sembra non interessare, ma il danno provocato dall’epidemia, al momento, è di 20 milioni di euro ogni mese per via della chiusura totale o parziale ai nostri prodotti da parte di molti mercati del mondo. La questione va affrontata procedendo con un reale e massiccio piano di contenimento dei cinghiali e aumentando le risorse per affrontare questa emergenza».

Preoccupazione è stata espressa anche da Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte: «Serve un tavolo regionale permanente per discutere delle questioni connesse alla peste suina. Da quasi un anno, ormai, siamo preoccupati per il diffondersi della malattia, sappiamo cosa va fatto, ma il piano di contenimento dei cinghiali purtroppo va a rilento. Anche sulla posa della rete metallica che delimita la zona rossa siamo fermi, mancano gli ultimi chilometri».

Il ministro per l’Ambiente e la rransizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, ha inviato un videomessaggio, sottolineando l’importanza della biosicurezza: «Il contributo regionale di 5,4 milioni di euro per migliorare le condizioni di igiene e sicurezza negli allevamenti è meritevole di plauso, un’iniziativa concreta a favore del settore zootecnico. La biosicurezza è uno dei fattori primari per affrontare la malattia».

Daniele Vaira

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