Abitare il piemontese: proseguiamo il 2023 con la parola Bacuch

Individuo anziano, vecchio, antiquato, dalla reattività limitata, fuori dalle dinamiche sociali; antico cappuccio.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 13

ABITARE IL PIEMONTESE Con l’inizio dell’anno nuovo, naturalmente, ognuno di noi ha considerato l’età che andrà a compiere e, altrettanto naturalmente, si tratterà di un anno in più del precedente. Questo preambolo pleonastico, nonché ironico, apre le porte alla parola della settimana: bacuch, spesso combinato con l’aggettivo rafforzativo vej. Se per designare un oggetto, o più comunemente una persona assai avanzata, si usa dire vej bacuch, siamo di fronte a un’allusione al profeta ebraico Abacuc, ottavo di dodici profeti minori dell’Antico Testamento, autore appunto del Libro di Abacuc. Benché non si conoscano le date di nascita e di morte, il profeta Abacuc è rappresentato come un uomo molto anziano.

La tradizione popolare è probabilmente condizionata sia dalla longevità di alcune figure dell’Antico Testamento (Matusalemme visse fino a 969 anni), sia dai tratti iconografici ricalcati sul modello del cosiddetto “Zuccone”, la statua di Abacuc realizzata da Donatello a Firenze: le sembianze del profeta sono modellate per raffigurare estrema magrezza, come a rivelare un secolare travaglio interiore. A onor del vero qualcuno dice anche vej come ‘l coco, ma sebbene venga apparentemente tirato in ballo il coco (cuculo), tra l’altro volatile non particolarmente longevo, si tratta di una pura deformazione fonetica, dietro la quale si nasconde ancora una volta Abacuc, bacuch.

Nella lingua piemontese ci sono parole assonanti che possono ingannare e, dunque, attenzione a non confondere bacuch con bacioch. Non sono sinonimi, il secondo indica chiaramente un individuo assonnato, confuso, forse per l’eccessiva assunzione di vino. Certo anche il vej bacuch non è in formissima, ma le due parole hanno diversa natura.
Infine, si scopre che bacuch è anche un copricapo, un cappuccio d’altri tempi. In questo caso si tratta di un adattamento dall’arabo burqa, designante questo indumento antico non meglio precisato, probabilmente di panno e fatto in modo da avvolgere anche il volto. Ecco allora da dove deriva il verbo, anche italiano, imbacuccare.

Paolo Tibaldi

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