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Asti-Cuneo. Gribaudo: «Fare chiarezza». Martinetti: «Stop agli aumenti»

Autostrada Asti-Cuneo
Autostrada Asti-Cuneo: ricostruzione del viadotto nella zona Due lanterne

ALBA Proseguono le prese di posizioni dei vari partiti sulla vicenda dell’autostrada Asti-Cuneo, bloccata dal parere negativo del Ministero della cultura. Non si hanno ancora dettagli certi ma è probabile che sul parere negativo abbia pesato l’interferenza tra il viadotto previsto tra Verduno e Cherasco e l‘area di Pollenzo tutelata dall’Unesco.

«Dopo averla data già per cosa fatta, arriva un nuovo stop alla Asti-Cuneo. A detta del ministro Salvini, sarebbe stato un non precisato sovrintendente a bloccare ancora l’iter burocratico. Siamo preoccupati: c’è grande approssimazione, e lo scaricabarile tra Regione e governo continua», dichiara la cuneese Chiara Gribaudo, deputata Pd. «Non si conoscono le ragioni del no del Ministero della cultura – osserva – così come non abbiamo nessuna notizia sulle contromisure immaginate dal Ministro alle infrastrutture. Chiediamo chiarimenti a chi aveva fatto dello sblocca cantieri il suo manifesto da campagna elettorale. Si trovino soluzioni immediate: parliamo di un’infrastruttura di importanza fondamentale per la provincia di Cuneo e per il Piemonte, che per superficialità di qualcuno rischia di subire nuovi ritardi e perdere i finanziamenti».

«Alla luce dell’ennesimo stop per la Cuneo-Asti, arrivato dalla Soprintendenza, è sempre più urgente intervenire per fermare i rincari sul pedaggio stabiliti dal Governo. Cosa ne è stato dell’intervento di Cirio e Gabusi?», si chiede Ivano Martinetti, consigliere regionale del Movimento 5 stelle. «A che punto è la trattativa con la società Autostrada Asti -Cuneo Spa? A distanza di un mese non c’è ancora alcun riscontro. Ricordiamo infatti che all’indomani dell’aumento del 4,30% sul pedaggio, il presidente Cirio s’era affrettato a comunicare  l’invio di una lettera per chiedere di congelare l’aumento. Avevo chiesto chiarimenti in Consiglio regionale all’assessore ai trasporti Gabusi, il quale aveva comunicato che l’obiettivo prioritario era il completamento dell’opera. Ora arriva l’ennesimo stop, nonostante Governo e Regione siano amministrati da chi ha sempre sbandierato e promesso una lotta serrata alla burocrazia. Con questi risultati: nuovo intoppo burocratico e aumento del pedaggio ancora vigente. Arrivati a questo punto penso sia urgente avviare, da parte della Giunta regionale, una seria interlocuzione con la società di gestione dell’A33 per fare chiarezza sull’iter dell’opera e sugli aumenti».

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