Comunità energetiche: ad Alba il progetto pilota parte da viale Industria

Comunità energetiche: ad Alba il progetto pilota parte da viale Industria 2

ALBA Trasformare l’area industriale dei viali Industria e Artigianato in una centrale fotovoltaica al servizio delle aziende e dei condomini cittadini. È l’ambizioso progetto concepito dalla Gaudino energy che conta sulle adesioni preliminari di una decina di aziende situate nell’area destinata, dal Comune, ai Piani di sviluppo produttivo. Nei giorni scorsi gli imprenditori, chiamati a raccolta da Giulia Gaudino – quarta generazione dell’azienda di impianti refrigeranti attiva in città dal 1944 –, si sono riuniti per gettare le basi di una Comunità energetica rinnovabile (Cer) che vorrebbe sfruttare, per la posa dei pannelli solari, i tetti dei capannoni.

«La nuova divisione della nostra azienda è stata inaugurata nel 2022 per soddisfare, in primis, le necessità energivore dei sistemi di refrigerazione e fornire risposte alla grande richiesta di impianti fotovoltaici: abbiamo pensato di mettere al servizio del progetto la nostra esperienza di installatori. All’inizio ci siamo rivolti ai nostri vicini, ma non immaginavamo un livello di interesse così alto», ha spiegato la trentenne. Il prossimo incontro «si terrà a metà febbraio, in seguito avvieremo le procedure per costituire il gruppo e valutare una bozza dello statuto interno».

Il primo passaggio è burocratico: per dare vita all’ente serve una società giuridica composta almeno da due utenti (possono essere privati, aziende ma anche enti pubblici). La Gaudino farà la propria parte e avvierà un impianto da 50 chilowatt di potenza, «che entrerà in funzione a breve». A fare gola alle aziende è un mix fra contenimento dei costi e incentivi erogati dal Gestore dei servizi energetici (Gse, società del Ministero dell’economia che promuove le fonti rinnovabili), per le produzioni condivise.

Comunità energetiche: ad Alba il progetto pilota parte da viale Industria 1Spiega l’ingegnere Paolo Asteggiano, 26 anni, responsabile della divisione ricerca e sviluppo dell’azienda: «Il fotovoltaico permette di generare elettricità a prezzi fra i 3 e i 7 centesimi al chilowattora, contro i 20-50 necessari oggi per acquistarla sul mercato. Il costo è quadruplicato rispetto al periodo pre Covid-19 ed è da escludere, in breve, il ritorno alle quotazioni del 2019». Secondo le stime dell’azienda albese, «bastano fra i 5 e i 7 anni per recuperare il capitale investito negli impianti che, al giorno d’oggi, possono durare anche più di 30 anni».

L’energia ottenuta dai pannelli – devono essere operativi dal 2020 e trovarsi nell’area della stessa cabina primaria della rete elettrica (la struttura che trasforma la corrente da alta a media tensione) – della costituenda Comunità permetterà ai produttori di avere degli introiti: «L’energia in esubero rispetto ai consumi viene immessa in rete e pagata al proprietario dell’impianto, che ottiene anche un incentivo, erogato al gruppo qualora l’energia venga consumata da altri membri della comunità», prosegue Asteggiano.

Si stabilisce così un legame virtuale con gli altri soci del sodalizio «che possono intercettare quella quota eccedente e utilizzarla». Grazie a questo circolo tutti i membri del consorzio accedono alla spartizione «dell’incentivo ventennale di 110 euro per megawattora, pagato dal Gse e redistribuito nel gruppo, anche agli affiliati sprovvisti di impianti, secondo proporzioni fissate dallo statuto». Per funzionare bene una comunità energetica «deve essere eterogenea e contare su un buon numero di soli consumatori, distribuiti su giorni feriali e festivi e non concentrati in una sola fascia oraria».

Per questa ragione da viale Artigianato si guarda ad Alba e ai suoi residenti. «Abbiamo superfici ampie su cui installare i pannelli», riprende Gaudino, «abitazioni e condomini della città possono unirsi coi loro impianti o solo quali consumatori». Per risultare competitiva una comunità energetica dovrebbe disporre di almeno 500 chilowatt di potenza: «Raggiungere questa soglia vorrebbe dire installare pannelli su decine di case, con i capannoni invece sono sufficienti poche realtà». L’adesione al sodalizio non è vincolante: «Gli utenti possono scegliere liberamente il proprio fornitore e, in uno scenario futuristico, quando questi enti saranno più diffusi, cambiare a piacimento la comunità di appartenenza».

 Davide Gallesio

Banner Gazzetta d'Alba