Rock a Bra con Fecce e Skiantos: intervista a Dandy Bestia (VIDEO)

Rock a Bra con Fecce e Skiantos: intervista a Dandy Bestia (VIDEO)
Da sinistra: Baby Dinamite, Dandy Bestia e Claudietto

L’INTERVISTA Venerdì scorso sul palco del centro polifunzionale Arpino si è esibita la band braidese The fecce, a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina. Con loro c’era Fabio Testoni, in arte Dandy Bestia, cofondatore del gruppo bolognese di rock demenziale Skiantos (insieme al compianto Roberto Freak Antoni). Tra gli anni ’70 e ’80 furono tra i maggiori portavoce della contestazione giovanile e del disagio di una generazione. «Questo succedeva anche prima in alcuni testi di gruppi punk. Nel ’78 noi cantavamo “Brucia le banche, bruciane tante, calpesta le piante”, ma già nel ‘77 i Sex Pistols dicevano “Destroy” o “No future”, quindi queste cose sono sempre esistite», ricorda Testoni.

Tutto nacque a fine anni Settanta nel capoluogo emiliano: «Io e Freak ci siamo incontrati al Dams di Bologna: lui faceva spettacolo, io musica. In pratica lui non sapeva suonare niente e io non sapevo scrivere, abbiamo capito subito di essere complementari». Un connubio artistico difficilmente ripetibile, come riconosce lo stesso Dandy Bestia: «Ogni epoca ha i suoi modi di intercettare il pensiero e i disagi orribili, noi l’abbiamo trovato usando l’ironia. Se devo immaginarmi, per assurdo, che oggi un Bob Dylan di vent’anni partecipasse a X Factor cantando Blowin’ in the wind, lo caccerebbero fuori a calci. Noi eravamo diversi dal punk perché eravamo più un gruppo di hard rock e cantavamo in italiano: i nostri testi assomigliavano più a gente come Fred Buscaglione che a quelli dei Sex Pistols».

Sull’attuale panorama musicale, il musicista bolognese dimostra una grande apertura, anche se serve fare distinzioni per trovare artisti validi. «Trovo tutto il mainstream estremamente noioso e banale: non lo reggo più. Le canzoni brutte son sempre esistite. E con De André c’era anche Mario Tessuto che cantava Lisa dagli occhi blu o Orietta Berti con Io, tu e le rose. Ho invece apprezzato alcuni artisti italiani, anche se non sono più giovani, come Daniele Silvestri o Niccolò Fabi. Ogni tanto, in qualche centro sociale, inzucchi dei bimbi che suonano bene o che hanno qualcosa da dire, ma non arrivano né in radio, né in televisione: mi rifiuto di pensare che il Festival di Sanremo rappresenti la scena italiana».

Lorenzo Germano e Lorenzo Merlo

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