Monsignor Savino (Cei) a Cutro: «Rivedere certe politiche sui fenomeni migratori»

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CUTRO (CROTONE) «Dinanzi alla nuova tragedia che si è consumata a Steccato di Cutro causando decine di vittime, donne uomini e bambini, non possiamo stare zitti. È l’ora di svegliare le coscienze. È l’ora della profezia. È l’ora della politica, di politiche alte e altre. Diciamo di no a certi decreti governativi che di fatto ci mettono nella condizione di registrare sempre queste sciagure in mare». A dichiararlo è il vescovo di Cassano allo Ionio monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei e delegato Migrantes dalla Conferenza episcopale calabrese che, lunedì 27 febbraio, si è recato sul luogo del naufragio.

Meidterraneo, cimitero liquido

«Non possiamo non dire con coraggio in questo momento, ancora una volta, con le parole profetiche di papa Francesco – aggiunge il presule – che il Mediterraneo è diventato un cimitero liquido, è diventato un insieme di tombe senza nomi e senza cognomi. Non è più possibile restare indifferenti a queste stragi di innocenti, la nostra coscienza non sopporta. Indigniamoci e invitiamo tutti coloro che hanno responsabilità politiche a rivedere certe politiche rispetto ai fenomeni migratori. È in gioco la civiltà, è in gioco la democrazia reale, la democrazia matura».

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«Vorrei fare notare a voi che il fenomeno migratorio, cioè di italiani che vanno all’estero, è un fenomeno quantitativamente più numeroso rispetto al fenomeno immigratorio. Possiamo dire che dinanzi a queste bare io incontro oggi come credente Gesù crocifisso, Gesù abbandonato, Gesù negato, Gesù profugo non accolto che muore in mare. Oggi Dio muore con questi nostri fratelli», ha aggiunto monsignor Savino.

«Diciamolo chiaramente, a Crotone, la Calabria – ha aggiunto monsignor Savino – sta dimostrando di essere una regione solidale accogliente ospitale, ma ci sono evidenti pregiudizi che vengono da altre parti e che non ci consentono molto spesso di accompagnare questi nostri fratelli in un processo di integrazione che è possibile».

Ansa

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