L’INCHIESTA «Quali sono i problemi principali che una famiglia nell’epoca odierna deve affrontare?», chiediamo in una domanda del nostro questionario realizzato a inizio marzo. La maggioranza, compatta, risponde: «Difficoltà economiche».
La fatica di vivere in famiglia cresce in un periodo d’incremento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo, a fronte di una sostanziale stabilità dei salari, di rincari energetici e di precarietà occupazionale. La guerra in Ucraina non aiuta, perché destabilizza i mercati internazionali. A cascata queste dinamiche ricadono sulle persone e condizionano la qualità della vita materiale.
Proseguendo nell’analisi delle risposte, emerge come il 27,8% degli intervistati (cioè oltre uno su quattro) identifichi come principale problema della quotidianità la «mancanza di tempo»: in un mondo in cui si è costretti ad accelerare il ritmo per generare risorse sufficienti alla sopravvivenza, la realtà si appiattisce su una richiesta di perenne funzionalità che lascia poco spazio alla crescita personale.
Secondo quattro intervistati su 10, le entrate minime di una famiglia di tre persone dovrebbero essere almeno pari a 2.500 euro; altri quattro ritengono che dovrebbero attestarsi sui tremila euro e uno su 10 arriva a ipotizzare almeno «quattromila euro».
Circa una persona su dieci, inoltre, identifica come problema principale l’educazione dei figli adolescenti: i teenager cambiano velocemente, presentano mondi interiori e sogni differenti da quelli delle generazioni precedenti anche a causa dei veloci mutamenti di paradigma introdotti dalla tecnologia. Il disagio dei ragazzi risulta difficilmente comprensibile dagli adulti, che si trovano sprovvisti di strumenti per fronteggiare la difficoltà in alcuni momenti critici del ciclo evolutivo.
Nel sondaggio sono davvero poche le persone che dichiarano di avere problemi di coppia oppure conflittualità eccessive con le rispettive famiglie di origine. Probabilmente, chi ha problemi di questo genere non risponde ai questionari.
Alla domanda: «Lo Stato aiuta abbastanza le famiglie?», l’88% degli intervistati risponde in maniera negativa. Emerge il senso di solitudine rispetto a un contesto istituzionale che non è in grado di sostenere, ma richiede invece molto restituendo poco.
r.a.
