L’urologo Giuseppe Fasolis va in pensione

L'urologo Giuseppe Fasolis va in pensione
Giuseppe Fasolis (al centro) con i colleghi Camilli e Puccetti

AL FERRERO Oltre a Giusto Viglino, la scorsa settimana ha lasciato l’ospedale Ferrero per pensionamento anche Giuseppe Fasolis, altro professionista di riferimento dell’Asl Cn2, come direttore della struttura operativa complessa di urologia. «Sono arrivato all’ospedale San Lazzaro di Alba il 1° dicembre del 1997, sotto la direzione generale di Giovanni Monchiero. Era stato indetto un concorso per nominare il direttore della struttura di urologia, che è nata proprio con me e con quel primo gruppo, dal momento che questa specialità non esisteva ancora sul territorio», spiega Fasolis.

Originario di Sommariva del Bosco, è cresciuto a Torino, dove nel 1979 ha completato gli studi in medicina e chirurgia, così come la specializzazione. «Prima di arrivare alla Cn2, ho lavorato a Torino, alle Molinette e poi al San Luigi, dove anche in quel caso ho contribuito alla nascita dell’urologia. Arrivato ad Alba, mi sono trovato ad affrontare sfide ancora nuove: ho vissuto anni di lavoro ricchi di soddisfazioni».

Fasolis si riferisce in primis alla crescita del suo reparto: «L’urologia è composta da tante specialità: da quella oncologica a quella prostatica benigna, per esempio. Grazie a un grande lavoro di squadra, siamo riusciti a estendere il nostro raggio d’azione a tutti questi ambiti, aumentando di molto il livello di attività della struttura. Il merito va senza dubbio alla direzione generale, così come ai medici e al personale infermieristico: è stato un percorso molto gratificante, che ha interessato l’attività ambulatoriale e quella operatoria».

Negli ultimi anni, poi, è arrivata anche la tecnologia, con il sistema robotico Da Vinci, donato dalla fondazione Ospedale Alba Bra, che l’ha acquistato con una parte dei fondi devoluti dal notaio Vincenzo Toppino: «È stato un passaggio fondamentale, che ha aumentato anche la capacità attrattiva del reparto: oggi essere all’avanguardia dal punto di vista tecnologico è essenziale, per offrire un servizio di alto livello ma anche per essere competitivi». Il robot è entrato a pieno regime nel 2019: «Prima di tutto, è stato necessario un periodo di formazione per il personale. Poi il Covid-19, per quasi due anni, ha bloccato l’attività operatoria non urgente: nonostante questo ostacolo, fino a oggi siamo riusciti a portare a termine circa 400 interventi urologici maggiori».

Riguardo al futuro del- l’ospedale Ferrero e della sanità locale, l’ex direttore aggiunge: «Credo che la strada intrapresa sia quella giusta: da un lato è fondamentale continuare a essere un ospedale di territorio, ma dal- l’altro lato bisogna puntare a raggiungere i più alti standard qualitativi e il più alto numero di specialità possibili, per soddisfare le esigenze dei cittadini».

Fasolis ha lasciato un reparto composto da 8 medici, a cui si aggiungerà il nuovo direttore: «Dopo una fase di carenza, oggi la struttura è di nuovo a pieno regime», conclude. Per quanto riguarda il nuovo direttore, a breve verrà aperto il concorso. 

Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba