A Bra un uomo è stato salvato da due giovani operai albanesi

foto di repertorio

BRA Un giovane di 38 anni, nella mattinata di oggi (martedì 23 maggio), ha rischiato di morire all’interno di un ascensore bloccato: è stato salvato dal provvidenziale intervento di due operai albanesi che hanno sentito il suo grido d’aiuto. Il giovane, abitante nel quartiere Madonna dei fiori, era già salito in auto per andare a lavorare, quando si è accorto di aver dimenticato in casa alcuni effetti personali. Decide così di risalire rapidamente nell’appartamento, approfittando dell’ascensore esterno alla sua abitazione. Scende dall’auto, che lascia con il motore acceso, s’infila in ascensore e schiaccia il bottone del piano, ma poco dopo la partenza, l’elevatore si ferma. Lui prova ad attivare l’emergenza, senza risultato.

Intanto, però, il gas di scarico dell’auto, rimasta accesa, sta riempiendo la cabina e lui comincia ad avvertire i primi sintomi di soffocamento. Non riesce ad aprire le porte: inizia a gridare aiuto e a battere i pugni contro le pareti. I due operai albanesi, che erano sul tetto di una casa nelle vicinanze, odono le urla e ne parlano anche con due professionisti che stanno facendo rilievi in zona. Dopo essere scesi si dirigono verso la via da cui provengono le grida, sempre più flebili. Avvistano il giovane bloccato e lo raggiungono in men che non si dica: dopo aver allertato i Vigili del fuoco e l’ambulanza del 118, cercano di aprire le porte dell’ascensore. Con tutta la loro forza, creano uno spiraglio dal quale entra aria pura e incoraggiano il giovane a resistere. Intanto, arrivano i pompieri e i soccorritori del 118: il trentottenne è tratto in salvo. Il medico certifica che, senza la tempestività dell’azione dei due giovani operai e dei due professionisti, il giovane sarebbe morto. Un bell’esempio di civiltà, in un mondo sempre più indifferente.

Valter Manzone

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