Ad Asti è nato il Comitato per il diritto alla salute e alle cure

Giovedì 20 ottobre, Open day informativo promosso dall'Asl di Asti in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi
Partenza e conclusione della pedalata saranno dall'ospedale Cardinal Massaia.

Ad ASTI è nato il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure. A formarlo un gruppo di associazioni, sindacati e ordini professionali: Acli, Aie, Associazione Alzheimer, Anaao, Anpi, Asti cambia, Asti oltre, Auser, Casa del popolo, Cgil, Cittadinanza attiva, Cna pensionati, Collettivo azione pace, Federconsumatori, Nursind, Nursing up, Ordine degli infermieri, Ordine dei medici, Polieteia Nizza Monferrato, Rete welcoming e Asti lab.

I promotori, al Foyer delle famiglie, hanno spiegato le ragioni che hanno portato alla mobilitazione annunciando gli appuntamenti in programma: mercoledì 24, alle 15,  nella sede Cgil di Moncalvo; giovedì 25, alle 18 a Villanova (sede da definire); sabato 27, a Torino riunione regionale. Infine, lunedì 29, alle 21 nella sala Pastrone del teatro Alfieri, verrà proiettato il docufilm C’era una volta in Italia,  che racconta le tragiche conseguenze di un piano di rientro che mette in difficoltà gli ospedali nel Sud Italia.

Spiega Luca Quagliotti, segretario provinciale della Cgil: «Da oltre un mese abbiamo cominciato a incontrarci per esporre e analizzare proposte, idee e documenti. Il nostro obiettivo è salvaguardare la sanità pubblica.  Per noi si tratta di una sfida, perché assistiamo da anni a tagli di vario tipo alla sanità pubblica. Basti pensare alla situazione in cui versa l’Asl astigiana: in base ai dati forniti dai nostri delegati interni mancano 100 medici, 150 infermieri e 100 operatori socio-sanitari». Quagliotti ha poi citato la diminuzione di posti letto e di risorse destinate alle sanità a livello nazionale.

Preoccupazione è stata espressa anche da Gabriele Montana, segretario provinciale del Nursind,  il sindacato delle professioni infermieristiche: «La sanità pubblica è in pericolo e dobbiamo mobilitarci, come addetti ai lavori e cittadini, per difenderla e cambiare rotta. Abbiamo subìto tagli ai finanziamenti e quindi ai servizi, senza che le tasse siano diminuite. Le liste di attesa per esami e interventi sono lunghe, tanto che il cittadino, per guadagnare tempo, è ormai obbligato a ricorrere alla sanità privata. Ma non tutti possono permetterselo».

Enrico Mirisola, segretario provinciale e aziendale di Nursind up (sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie), ha invece ricordato il percorso dell’esternalizzazione delle prestazioni mediche che ha seguito l’ospedale Cardinal Massaia: «In Pediatria, dove lavoro,  mancano almeno sei medici e, per fare in modo di riuscire a svolgere le attività ambulatoriali, i turni di notte vengono coperti da anni da medici “gettonisti” di una cooperativa esterna».

Paolo Cavaglià

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