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Furto della medaglia al valore: “Perso un pezzo tangibile della nostra storia”

Furto della medaglia al valore: "Si è perso un pezzo tangibile della nostra storia"
Una foto delle recenti celebrazioni del 25 aprile © Marcato

ALBA Il furto della medaglia al valore militare alla città di Alba, avvenuto nel fine settimana in Municipio, ha destato numerosi commenti da parte dei sodalizi langaroli legati alla Resistenza.

Michele Cauda, succeduto a Enzo Demaria alla guida della sezione albese dell’Anpi, afferma: «È molto grave che succedano fatti del genere, queste medaglie hanno un valore simbolico rispetto alla storia di Alba che abbiamo appena rivissuto con le celebrazioni del 25 aprile. Speriamo sia soltanto una goliardata». C’è grande desolazione per l’episodio: «Per noi è uno stimolo in più a mantenere la memoria per evitare che si torni a vivere certi tempi in forme diverse. Purtroppo, in Italia e in Europa ci sono sempre più segnali di considerazioni astoriche che preoccupano».

Il direttivo ha poi comunicato che «L’Anpi sezione di Alba-Bra, appreso del vile e spregevole atto del furto della medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza, esprime la propria indignazione al grave oltraggio alla memoria di quanti hanno combattuto per l’affermazione della libertà, della democrazia. Hanno voluto colpire la città di Alba e il suo sindaco Carlo Bo sia personalmente per le posizioni antifasciste che ha espresso nei discorsi pubblici, sia come rappresentante dei cittadini albesi, da sempre antifascisti».

Renato Vai, dell’associazione Padre Girotti, è concorde sul ruolo di testimonianza alle generazioni future: «Si è perso un pezzo tangibile della nostra storia e del sacrificio di tanti partigiani che hanno combattuto per la libertà. Questo episodio ci stimola a essere sempre più zelanti di chi ci ha preceduti e a ricordare sempre di più che quello di cui oggi godiamo è stato ottenuto con sacrifici e perdite enormi».

Poi precisa riguardo al riconoscimento dato il 13 novembre 1949: «La medaglia al valore militare non è stata data alla sola città, ma rappresenta tutti i territori dell’Albese: è ecumenica e collettiva. Perciò tutti i Comuni devono impegnarsi nel portare avanti la memoria, non è una responsabilità solo di Alba. Con la nostra associazione stiamo andando in giro a ricordare gli eventi occorsi nel 1944, come l’eccidio di La Morra o il Duomo trasformato in prigione».

Lorenzo Germano

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