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Infrastrutture viarie: il bilancio agrodolce del sindaco Carlo Bo

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VIABILITÀ La quarantacinquesima edizione di Vinum si è conclusa, nel fine settimana del 1° maggio, con numeri da record, ma ha riproposto, puntuale come ogni anno, il problema del traffico in città. Gli eventi della stagione turistica albese sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno diffuso nella quotidianità (si veda l’articolo nella pagina accanto). Migliorare la viabilità, con opere pubbliche pensate ad hoc, è un tema ormai datato, ne abbiamo discusso con il primo cittadino Carlo Bo. «Abbiamo lavorato molto in questo senso, dal 2019 a oggi, ma oggettivamente sono partite poche opere. Il motivo è semplice: prima di avviare i cantieri, bisogna trovare i fondi, completare la progettazione e relazionarsi con enti che spesso finiscono per rallentare le tempistiche. È evidente che la situazione non cambierà nel corso del mio mandato, ma spero di aver gettato le basi per un mutamento futuro».

Alba, modifiche alla viabilità
Una foto d’archivio del traffico in corso Europa.

In effetti, sono parecchie, al momento, le infrastrutture in fase di sviluppo o, in altri casi, in attesa di una svolta. Eccettuata l’infinita vicenda dell’Asti-Cuneo, l’altro maxintervento, che in futuro dovrebbe interessare la città è il terzo ponte sul Tanaro, il collegamento tra il Mogliasso e viale Cherasca. «Dopo l’affidamento dell’incarico per la progettazione definitiva, lo scorso novembre, i professionisti sono alle battute finali: il disegno sarà pronto per giugno, così da proseguire con le altri fasi». Finanziato con 12 milioni di euro dei cosiddetti Fondi Crosetto e altri 20 messi a disposizione da Roma nel 2022, assumerebbe ancora più valore se completato con un’ipotetica tangenziale Est, verso corso Cortemilia. Un tragitto previsto dal piano regolatore, ma piuttosto complesso da realizzare, spiega l’assessore ai lavori pubblici Massimo Reggio. «Abbiamo chiesto alla Provincia, che sta seguendo la progettazione del ponte, di valutare anche la fattibilità tecnica della tangenziale, perché il tracciato previsto attualmente dal documento urbanistico si riferisce a una situazione cittadina molto diversa da quella odierna».

Anche la rotonda di Scaparoni è attesa da anni e andrebbe a risolvere un altro nodo critico: l’intersezione tra la statale 231, la provinciale 275 con il passaggio a livello ferroviario, corso Bra e la strada che proviene dalla frazione omonima. La rotatoria migliorerebbe la sicurezza stradale della tratta ma, dopo la firma della nuova convenzione con Anas nel 2022 (in sostituzione di quella precedente, scaduta), l’attuazione è nelle mani di quest’ultimo ente. «Il Comune ha fatto la propria parte, inviando ad Anas la progettazione esecutiva dell’opera. Dopo l’approvazione, la società, (controllata di Rfi Spa) potrebbe far partire i cantieri in tempi brevi: secondo le previsioni entro il 2023, anno nel quale è prevista l’ultimazione della rotatoria ma è difficile averne la certezza. Monitoreremo la situazione con attenzione».

Un’altra partita importante è quella della “variante Borio”, che parte dal Rondò per snellire il traffico sul ponte Albertino. Tema caro al sindaco Bo che precisa: «Anche in questo caso, abbiamo stanziato i fondi da tempo, ma il tracciato interessa più giurisdizioni e l’intervento è complesso: inizieremo a breve i lavori per le parti sulle quali è già possibile procedere».

Non molto diverso lo scenario riguardante il collegamento tra la rotonda della Vigna e San Cassiano, dove sono chiamati in causa Dimar ed Egea. Se ne è parlato anche nel corso dell’ultimo Consiglio comunale (si veda pagina 12), con parecchi dubbi sollevati dall’opposizione. Buone notizie, invece, per la variante Vezza: la bretella tra le due zone industriali albesi, che creerebbe un nuovo tragitto parallelo a corso Asti. I lavori sono iniziati nelle scorse settimane, con la previsione di concluderli nel giro di alcuni mesi.

Trasporto pubblico: il sistema è carente ma l’assessore Reggio esclude estensioni all’area extraurbana

Piazza Ferrero, si parte c
Massimo Reggio

Esiste un’alternativa all’auto per chi vive tra le Langhe e il Roero e deve raggiungere Alba? La domanda accende i riflettori sulla condizione del trasporto pubblico nell’Albese: eccettuato il treno, utile al massimo come collegamento con Bra e le poche fermate intermedie, il sistema extraurbano non fornisce una copertura efficace. La linea di autobus fra Alba, Carmagnola e Torino ha degli orari che prevedono una presenza elevata di corse nelle fasce scolastiche, con una maggiore concentrazione al mattino. Il pomeriggio, sono più distanziate l’una dal- l’altra: fra i viaggi passa un’ora. Verso la Langa, le carenze sono ancora maggiori. Diverso è il sistema del trasporto pubblico urbano albese: sette linee che si spingono fino a Ricca e a Racca, con l’aggiunta delle corse verso l’ospedale Ferrero. In città, gli autobus passano ogni venti minuti, con una cadenza che diventa oraria verso le fermate agli estremi, compresa la linea verso Verduno. A queste si aggiunge la navetta verde gratuita, che percorre tutto il giorno la circonvallazione. Commenta l’assessore competente Massimo Reggio: «I costi del trasporto pubblico sono molto elevati, la fruizione a volte bassa. Il Covid-19 ha segnato un’ulteriore battuta d’arresto al- l’uso dei mezzi: oggi la situazione è tornata alla precedente normalità».

L’impressione è che, in una città di provincia come Alba, non esista una vera cultura dell’utilizzo dei bus, se non per alcune categorie di persone, in primis gli studenti delle superiori. Sulla fruizione, i dati del Comune non sono aggiornati, ma relativi al 2019 quando vennero venduti 115mila biglietti. Sono circa 300 ticket al giorno, nell’arco di un anno, ai quali si sommano gli abbonamenti degli affezionati del pullman.

Sull’ipotesi di estendere i collegamenti anche ad altri paesi che gravitano su Alba, per dare maggiore copertura, Reggio ribatte: «Le nostre strade non hanno corsie riservate, così i bus che nelle grandi città rappresentano un’alternativa efficace, nel nostro caso, implicano persino un dispendio maggiore di tempo. Per questo motivo, è difficile ipotizzare la sostenibilità di un sistema di trasporto urbano ancora più esteso»

35mila auto in corso Canale

Gli incidenti sono in aumento anche ai danni di pedoni

Il periodo primaverile, con la ripresa del turismo e i cantieri segna un peggioramento della percezione del traffico, fra gli albesi. Antonio Di Cianca, comandante della Polizia municipale cittadina traccia un resoconto della situazione: «I numeri delle telecamere per la lettura delle targhe nei sei ingressi ad Alba fotografano una situazione in linea con il periodo. Certo la condizione è critica per una città di appena 32mila abitanti. È cambiata la concentrazione dei flussi: non esistono più veri momenti di picco, ma un’uniformità nell’arco di 12 ore, dalle 7.30 del mattino alle 20 di sera» . Se due auto tamponano, «il traffico si blocca del tutto».

Secondo l’aggiornamento della scorsa settimana, in media ad Alba transitano tra i 107 e i 110mila veicoli al giorno, che il sabato scendono a 70mila e la domenica a 65mila. La primavera non è al livello dell’autunno – in quello del 2022 si è toccato il record di 140mila auto circolanti – ma si tratta comunque di livelli elevati. L’ingresso del ponte Albertino rimane il più trafficato: la scorsa settimana lo hanno percorso, in media, tra le 32 e le 35mila auto al giorno, ripartite in modo omogeneo tra chi entra e chi esce. «In corso Barolo i passaggi sono circa la metà, 15mila al giorno: è una tendenza ormai consolidata, che ci fa capire come siano molti di meno gli automobilisti che scelgono di percorrere la tangenziale».

Al terzo posto, c’è corso Cortemilia, che in media registra 12mila ingressi al giorno. Al traffico delle automobili e degli autobus, si aggiungono anche mezzi pesanti, come i circa 400 camion che ogni giorno gravitano sulla Ferrero, «per fortuna percorrendo solo l’ultimo tratto di strada, dal cimitero». Una situazione, quella descritta dalla Polizia municipale, che conferma Alba come un polo attrattivo primario, meta non solo del pendolarismo legato a scuola e lavoro: «Quando le scuole sono chiuse, i dati si riducono, ma non in modo così drastico», conclude Di Ciancia.  

Francesca Pinaffo

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