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Artico festival: alla Zizzola di Bra il concerto di Miglio

Artico festival: alla Zizzola di Bra il concerto di Miglio

BRA «Ho iniziato a suonare da piccola, sono cresciuta in mezzo alla musica e a soli 12 anni ho imparato a eseguire i primi accordi con la chitarra. Suonavo molte ore in camera mia, durante l’adolescenza, in seguito ho iniziato a fare esperienze cantando nei locali vicini alla città nella quale abitavo: mi hanno dato la possibilità di sperimentarmi nelle prime esibizioni». A parlare è Miglio, pseudonimo di Alessia Zappamiglio, un’artista bresciana nata nel 1992, trasferitasi da qualche anno a Bologna. La sua provenienza da un contesto provinciale si riflette in alcuni dei suoi testi: si tratta di brani che raccontano la solitudine ma anche la poesia dei luoghi sovente considerati marginali, lontani dai grandi centri urbani. Il titolo del suo ultimo album è Manifesti e immaginari sensibili.

La giovane si è esibirà a Bra, nell’abito dei concerti del palinsesto di Artico festival, nel tardo pomeriggio di sabato 24 giugno sul palco allestito al parco della Zizzola. Prosegue l’artista: «La mia crescita personale è iniziata quando ho incominciato a pubblicare i primi lavori, col tempo ho cercato di capire dove volessi davvero arrivare, sperimentando continuamente mondi sonori nuovi e lavorando molto sulla scrittura. È stato essenziale l’incontro con il produttore artistico Marco Bertoni».

Della sua arte, dice, «vorrei si captassero sincerità e verità. Non scrivo per convenzioni e non cerco di essere accomodante o assecondare aspettative altrui. Parlo di ciò che vivo e del mondo che mi circonda: in modo del tutto logico nella mia scrittura si riflettono sia le cose belle che le brutalità che ci attorniano». Del contesto di provincia, vissuto dai giovani artisti talvolta con senso di claustrofobia e talora con grande fascino, racconta: «Il mio rapporto è stato ambivalente, quando ero più piccola avvertivo l’esigenza di andare via, la sensazione che mi fosse tutto stretto. La vita mi ha poi portata a trasferirmi a Bologna: il trasloco mi ha aiutata, negli anni, a capire meglio il posto da cui vengo e ad apprezzarne tutti i suoi lati affascinanti. Del resto anche nella provincia emiliana riesco a cogliere sfumature e sensazioni difficilmente riproducibili nei contesti urbani». 

Maria Delfino

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