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Abitare il piemontese: la parola di questa settimana è Cavion

Vuol dire bandolo della matassa o capo del filo, ma anche soluzione di qualcosa o filo del discorso, oltre che a un individuo particolarmente capelluto

Abitare il piemontese: la parola della settimana è machinëtta

ABITARE IL PIEMONTESE Dove eravamo rimasti? Abbiamo perso il filo? Niente affatto! Si tratta soltanto di un modo di dire che anticipa la parola di questa settimana: cavion (pronuncia: caviùn), esattamente il bandolo o il capo della matassa (ëȓ cavion dȓa marela), in senso stretto ma anche e soprattutto oramai in senso figurato. L’etimo del lemma è caput (capo) + ili + onem, nell’accezione già latina di cavo, corda, filo, punto estremo. Dallo stesso caput potrebbe arrivare anche capillum, da cui il piemontese cavèj (capelli) a giustificare il fatto che un individuo piuttosto capelluto sia chiamato cavion, inteso come capellone.

Quando si vuole tornare ad avere qualcosa sotto controllo, oppure venire a capo di qualcosa si dice proprio tȓové ‘ȓ cavion ëd na facènda (trovare il groviglio della situazione) trovare la soluzione di una circostanza ingarbugliata o riprendere un discorso. Così come quando si ha successo si suol dire andoviné ëȓ cavion oppure anfilé ëȓ cavion, come a dire di aver individuato la giusta direzione. Una circostanza che rende bene l’idea è in una scena dell’opera teatrale La Fiera di San Martino di Oscar Barile, dove un maresciallo, alle prese con un interrogatorio conseguente a un omicidio, confessa a un interrogato di avere bisogno di trovare il cavion della situazione poiché occorre venirne a capo il prima possibile.

Nonostante il modo di dire sia antichissimo, tȓové ëȓ cavion è ancora largamente diffuso tra i parlanti piemontese. È riportato dal D’Azegno, Studi di un ignorante sul dialetto piemontese, fra le locuzioni raccolte nel Settecento da Vittorio Alfieri. È indubbiamente una metafora del campo tessile; non dimentichiamo che nel secondo Seicento i Savoia rilanciarono l’economia piemontese partendo dall’allevamento dei bachi, fino alla produzione e il commercio della seta, senza dimenticare di quando Berta filava. Sovente la matassa da dipanare si aggrovigliava e il problema si presentava difficile, ma quando si riusciva a individuare il capo della matassa da seguire, allora ci si avviava, sia pure con pazienza, verso la felice soluzione.

Paolo Tibaldi

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