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In sala Ordet, lo scoutismo ha incontrato Montessori (FOTOGALLERY)

In sala Ordet, lo scoutismo ha incontrato Montessori (FOTOGALLERY)
© Marcato

ALBA “Lo scoutismo incontra Montessori” è il titolo dell’incontro di venerdì 6 ottobre alle 20.45 in sala Ordet. Partendo dalla presentazione del libro “Dialoghi sull’autoeducazione. Lo Scoutismo, Maria Montessori e le Scuole attive”, l’autrice Sonia Coluccelli ha moderato gli interventi di Martine Gilsoul, esperta montessoriana, e di Roberto Longo e Marta Delucchi, responsabili regionali della formazione dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani).

Supportati dall’Agesci Cuneo, dalla Diocesi di Alba e dall’associazione Il campo, gli organizzatori della serata sono i volontari dell’associazione La quercia scout. Da poco iscritta al registro del terzo settore ma attiva da alcuni anni come gruppo informale, a guidare il sodalizio è Domenico Raimondo, che spiega: «Siamo un gruppo di persone con un passato nello scautismo, convinti che, quando si diventa scout, lo si resti per tutta la vita. La quercia rappresenta la solidità e la forza: ogni buon bosco nasce da questo albero. Abbiamo iniziato le attività in occasione del centenario della presenza scout ad Alba, festeggiato nel 2017 con una cena nei giardini del vescovado. Ogni anno ci occupiamo di portare in città la Luce di Betlemme. Ora abbiamo pure una sede, in via Mandelli, e vogliamo proseguire su due filoni. Il primo riguarda il supporto alle attività dei quattro gruppi scout dell’Albese, ossia Alba 1 (Cristo Re), Alba 7 (Santa Margherita), Alba Roero (Mussotto e Duomo) e Canale. Siamo disponibili per ogni loro esigenza, specialmente per quanto riguarda la preparazione dei pasti e il supporto logistico nel periodo dei campi».

Il secondo ambito «mira a proporre incontri culturali come quello di venerdì 6. Incentrato sul tema dell’autoeducazione nell’età da zero a sei anni, è aperto a tutti, non solo a insegnanti, educatori, animatori, genitori e capi scout. Si parlerà di due metodi centenari che collaborano tra loro nell’accompagnare i ragazzi durante la crescita, tra sfide educative e costruzione di se».

L’autrice del volume, Sonia Coluccelli, si è laureata in scienze dell’educazione all’Università di Liegi ed è formata sul metodo Montessori per i bambini fino ai sei anni. Attualmente è dottoranda di ricerca presso l’Università Roma Tre. «Tra i miei riferimenti ci sono don Milani, Mario Lodi e Gianni Rodari, mio concittadino di Omegna» spiega, «sono insegnante di scuola pubblica in una sezione Montessori e ho quattro figli scout. A un certo punto mi sono resa conto delle affinità tra i due metodi, entrambi incentrati attorno a quattro parole maestre, ossia autonomia, responsabilità, disciplina e libertà. Già le origini sono comuni: nel 1907 Maria Montessori fonda la prima scuola, mentre Robert Baden Powell porta su un’isola dei ragazzi. Entrambi provenivano da ambienti borghesi, ma la loro proposta era rivolta alle classi meno agiate».

Qualcosa di diverso rispetto a certe scuole montessoriane elitiste presenti oggi, «purtroppo sta diventando una sorta di marchio, si trovano oggetti montessoriani ovunque. Molto spesso, nulla hanno a che vedere con il metodo. Speriamo la moda passi». Le scuole montessoriane in Italia «sorgono o per volontà di un gruppo di insegnanti motivati o su richiesta di alcuni genitori. In altri casi, certi presidi creano sezioni montessoriane per attirare alunni in zone interessate dal decremento demografico».

Davide Barile

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