Ultime notizie

Nei paesaggi di Lionello Morone l’essenza del paesaggio roerino

Nei paesaggi di Lionello Morone l'essenza del paesaggio roerino

PITTURA Lionello Morone ci accoglie nel suo studio in una borgata in mezzo ai boschi di Santo Stefano Roero,  pochi giorni dopo l’inaugurazione della mostra personale “Dal colore… la fonte delle emozioni” alla Pinacoteca del Roero di Guarene, aperta fino al 29 ottobre (il sabato dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.).

Classe 1937, Morone ha vissuto due vite nel tempo di una sola: una ordinaria; l’altra (in corso) da artista. Non ha fatto studi specifici perché ostacolato da un padre severo, che riteneva la pittura un gioco e non un lavoro degno. Racconta Morone, con tono pacato e gentile: «Mi disse: “Tu farai gli studi classici, ti laureerai e poi potrai fare quello che vuoi”. Così sono stato al collegio Val Salice a Torino e poi mi sono laureato in fretta e furia in Farmaceutica».

Morone ha iniziato a lavorare in una farmacia in largo Vittorio Emanuele a Torino. In quel periodo le ditte farmaceutiche cercavano informatori scientifici. Fiutata l’occasione Lionello inizia a lavorare da informatore, poi diventa trainer dei giovani e dopo 35 anni di lavoro va in pensione. È qui che la sua seconda vita, che fino a quel momento occupava i fine settimana e ogni momento libero dal lavoro o dalla famiglia, ha potuto diventare protagonista.

Prosegue Morone: «Sono 25 anni che mi dedico a tempo pieno alla pittura».  Amante della pittura dal vero, Lionello ha cominciato da giovanissimo a frequentare tutti i paesi delle Langhe e del Roero, partecipando ai concorsi estemporanei di pittura, spesso indetti durante le feste patronali. Ne ha vinti un’infinità. Il primo, a Montà. Continua Morone: «Col passare degli anni e grazie ai molti concorsi vinti, si è cominciato a parlare della mia pittura. Un gallerista in piazza San Carlo a Torino, Quaglino, mi chiamò per propormi di entrare a far parte di una selezione di pittori esposti nella sua galleria. Non potevo volere di meglio: è stato un successo enorme».

La prima mostra, dal titolo “Realismo lirico”, dà il via alla sua carriera di pittore. Da allora (erano gli anni Settanta) Morone ha tenuto all’incirca una mostra l’anno. I paesaggi sono il suo soggetto prediletto, in modo particolare quelli del Roero, sia dipinti con olio (poi acrilico) su tela, sia rappresentati attraverso la serigrafia. «Mi sono talmente affezionato al Roero e al suo paesaggio che, sin da ragazzo quando vivevo a Montà, non riesco a ritrarre altro». Dagli anni Settanta a oggi, Morone ha portato avanti uno studio sul paesaggio attraverso l’uso del colore. I suoi quadri vanno osservati da lontano. Si percepisce tutto: la forma della collina, le case sparute, il boschetto, il borgo di sommità. Quando ci si avvicina per individuare i dettagli sulla tela, tutto scompare.  Nessun realismo. Morone riesce a cogliere, più di ogni altro, l’animo selvatico ed elegante del Roero, consegnandolo all’osservatore nella sua forma più vera.

Nei paesaggi di Lionello Morone l'essenza del paesaggio roerino 1

«La mia pittura è sempre stata così, non ho mai copiato altri; sin dai primi anni lo stile è rimasto lo stesso. Sentivo di fare quello: intravedere il paesaggio, senza entrare nei minimi dettagli, senza insistere sul particolare, per coglierlo a pieno. Quando giro in macchina ormai non vedo più le case, le porte, le finestre. Vedo macchie di colore che memorizzo e, quando sono a casa, riporto sulla tela». La luna piena, gli stormi di uccelli, i falò sono tutti accessori che Morone ha utilizzato nel corso della sua produzione artistica a fianco del vero protagonista delle tele, l’essenza del paesaggio.

Federico Tubiello 

Banner Gazzetta d'Alba