Periferie del mondo da leggere alla luce della Parola

PENSIERO PER DOMENICA – XXIX TEMPO ORDINARIO – 22 OTTOBRE

Siamo invitati a collocare le letture della XXIX domenica sullo scenario della 97° Giornata missionaria mondiale, il cui tema è “Occhi aperti, cuori ardenti e piedi in cammino”. Dopo le scene di guerra in Ucraina, i massacri in Palestina hanno risvegliato emozioni ancora più forti: la violenza perpetrata da mani d’uomo sembra più brutale di quella degli strumenti tecnologici, ma di fronte alla morte di innocenti non è lecito fare differenze. Non possiamo metterci in cammino fisicamente, per andare a “vedere” le periferie del mondo, seguendo l’invito di Francesco, ma possiamo leggere la parola di Dio dal punto di vista delle periferie del mondo. Le letture ci offrono tre punti di vista.

Periferie del mondo da leggere alla luce della Parola
Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, da miniatura di Liberale da Verona.

Il punto di vista di uno schiavo ci viene offerto nella prima lettura (Is 45,1-6). Il Secondo Isaia, schiavo a Babilonia, invita i suoi compagni di sventura a vedere nella vittoria di Ciro, nuovo re di Persia una insperata possibilità. Il fatto di poter ritornare in Palestina – pur se come schiavi di un nuovo padrone! – per ripopolare quella terra e ricostruire il tempio, viene letto come un intervento salvifico di Dio, come la prova che è ancora Dio che guida la storia. Certo, di fronte a scene di violenza disumana, questa fede viene messa a dura prova. Isaia ci invita a non perdere questa fede.

Il punto di vista di un “indesiderato”. San Paolo scrive la prima lettera ai Tessalonicesi – il primo testo scritto del Nuovo Testamento! – da Corinto. Qui era giunto dopo essere stato cacciato da Tessalonica e dopo l’insuccesso della predicazione ad Atene. Non potendo muovere i suoi piedi sempre in cammino per tornare a Tessalonica, apre a quella piccola comunità il suo cuore ardente, ricordando le meraviglie compiute in loro dal Vangelo (1,1-5). Anche questo è missione.

Il punto di vista di Gesù lo troviamo nel Vangelo (Mt 22,15-21): una pagina notissima che registra la capacità di Gesù di non cadere nel tranello teso dai farisei e dagli erodiani, fortemente contrari al pagamento delle tasse agli odiati romani. La risposta di Gesù – «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» – è molto più di un abile gioco di parole. È l’affermazione chiara che nessun Cesare, ossia nessun capo politico è Dio. La conseguenza, come ha scritto don Milani, di cui celebriamo il centenario, è che l’obiezione di coscienza è non solo lecita, ma doverosa. Sempre però: sia quando il “Cesare” di turno comanda di uccidere sgozzando gli innocenti con un coltello, sia quando comanda di premere un tasto su una consolle, per lanciare un missile o un drone.

Lidia e Battista Galvagno

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