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A Valle Talloria gli uliveti del terzino viticoltore

A Valle Talloria gli uliveti del terzino viticoltore

VALLE TALLORIA Sono numerosi i giocatori di pallapugno liguri che possiedono uliveti e producono olio. Tra qualche tempo, però, ci potrebbe anche essere un loro collega piemontese che, accanto all’attività di produttore vinicolo, affiancherà quella legata alle olive. Lorenzo Bolla, terzino dell’Albeisa (sei scudetti in bacheca e, come trofeo più recente, la Coppa Italia 2023) ha messo a dimora sulle colline di Valle Talloria 18 piante che, fra 3-4 anni, dovrebbero entrare in produzione.

Nell’attesa, lui e il papà Roberto (con l’apporto del piccolo Fabrizio, il nipote di sei anni che si diverte moltissimo a dare una mano in campagna), raccolgono i frutti di un albero piantato oltre vent’anni fa ai margini dei filari di Nebbiolo di località Montagrillo. «Per me è un passatempo. Mi è sempre piaciuto occuparmi dell’ulivo. È un’attività che mi rilassa. Abbiamo scelto quest’area perché c’è un pozzo e la collina è esposta a sud. Mi piaceva il posto: quando siamo nelle vigne in estate, ci riposiamo all’ombra dell’ulivo», racconta Roberto Bolla.

«È una pianta che richiede meno lavoro rispetto al vigneto e la raccolta delle olive avviene dopo la vendemmia; quindi, non si sovrappone alla nostra attività principale», spiegano Roberto e Lorenzo durante le operazioni di “abbacchiatura”, la pratica che prevede di scuotere i rami per far cadere le olive e poi raccoglierle con le reti. 

«L’ulivo è una pianta resistente. Questo albero è sopravvissuto anche alle gelate invernali di una decina di anni fa, quando le temperature arrivarono a più di dieci gradi sotto zero», prosegue Roberto Bolla.

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Lorenzo Bolla alle prese con l’abbacchiatura sulla collina di Montagrillo.

Per ora, come spiegano i due viticoltori, l’ulivo è un hobby. L’attività principale di famiglia è quella vitivinicola, con sette ettari di vigneti dai quali si producono Dolcetto di Diano Docg, Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba Doc, Barbera d’Alba Doc, il Bulin bianc (bianco da tavola) e il Magica Bula, spumante metodo classico a base Nebbiolo.

L’azienda, nata nel 1958 e biologica dal 2001, ha anche due ettari di noccioleti. La conduzione è familiare: Roberto e la moglie Viviana, affiancati dal figlio Lorenzo (enotecnico) e dalla figlia Lara.

Per ora, le olive dei Bolla (anzi dei Bula, per usare la dicitura dialettale del cognome usata anche nel nome della cantina e sulle etichette di alcuni vini) finiscono in salamoia e vengono consumate in casa o tra gli amici.

L’ulivo tra i filari di Montagrillo ha prodotto una quarantina di chili di olive, ma non è l’unica pianta sulle colline di Valle Talloria.

«Quest’anno abbiamo raccolto anche le olive dei nostri vicini. In tutto sono circa 70-80 chili. Le porteremo in un frantoio in Liguria per produrre un po’ di olio», racconta Lorenzo. È il primo passo ed è solo questione di tempo. Quando le piante nuove saranno entrate in produzione, da Valle Talloria, oltre al vino, arriverà anche l’olio.

 Corrado Olocco

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