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Quando aprirà il Mudet a Montà? E chi sarà il gestore?

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MONTÀ “Museo diffuso del tartufo di Alba”; così veniva definito, dal protocollo d’intesa stipulato nel 2017 tra la Regione e i Comuni di Alba e Montà, il polo museale sul tartufo, la cui sede albese è stata inaugurata a ottobre.

Secondo la scelta a suo tempo effettuata dalle due Amministrazioni, le due sedi albese e montatese del Mudet prevedevano degli allestimenti complementari, comunicazioni e promozioni concertate. Tutto era progettato per essere percepito come un unicum. Oggi questo modello unitario sembra presentare elementi di forte asimmetria. La sede di Alba è visitabile e attiva con campagne di promozione sul territorio.

A Montà, nello spazio ipogeo sotto piazza Vittorio Veneto che ospiterà il museo, si sta terminando il primo lotto di lavori e si è ben lontani dall’inaugurare le sale.

La sede di Montà avrebbe dovuto aprire a ottobre, insieme a quella albese, ma così non è stato per ragioni legate al rincaro dei materiali e al reperimento degli strumenti di lavorazione.

Quando aprirà il Mudet a Montà? E chi sarà il gestore?
Il Museo del tartufo di Alba © Marcato

Spiega il sindaco Andrea Cauda: «I lavori del primo lotto relativi a impianti, pavimentazione, riscaldamento, condizionamento e qualche arredo, termineranno entro fine anno. Dopodiché ci sarà da pensare al lotto che riguarda gli allestimenti».

Dopo la bocciatura della prima istanza di finanziamento da 1,2 milioni di euro alla Regione per il completamento dei lavori, il Comune ha inviato una seconda richiesta a settembre con un importo ribassato a 905mila euro per agevolarne l’approvazione.

«Con questa cifra, erogata tra il 2024 e il 2026, terminerebbe il lotto per gli allestimenti interni, arrivando così a un buon 90 per cento di lavori completati», spiega Cauda.

Non è tanto la lentezza dei lavori a far discutere l’opinione pubblica montatese, quanto una generale mancanza di comunicazione tra le Amministrazioni coinvolte. I rapporti sembrano interrotti.

Sono partiti i progetti riguardanti la cartellonistica stradale e la promozione dei poli museali finanziati dalla Regione, pur con una delle due sedi ancora in costruzione.

L’immagine unitaria e coesa che era in programma è venuta meno, giocando nettamente a sfavore della sede roerina. E, ancora, si attendono riscontri legati alla gestione patrimoniale e finanziaria delle due realtà.

Nel 2009 è stata costituita la fondazione Casa del tartufo bianco d’Alba, ente di diritto privato nato con il ruolo di cabina di regia delle due sedi. Secondo un’analisi effettuata dalla commissione scientifica del museo nel 2019 si indicavano tre possibili scenari: la fondazione che viene assunta pienamente come gestore delle due realtà, che si fa carico della direzione unicamente del polo montatese oppure che non viene coinvolta del tutto nella gestione.

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Montà © Marcato

Al momento nessuna decisione è stata presa, ma è opportuno che le due Amministrazioni riaprano un dialogo che sembra essersi interrotto. Le scelte che verranno effettuate in questa fase potrebbero essere dirimenti per il futuro del museo.

Continua Cauda, sollecitato dalla richiesta di fornire una data in cui il museo sarà visitabile: «Dopo la fine dei lavori di allestimento previsti per il 2024, ci saranno da realizzare i contenuti audio-video all’aperto, durante la stagione autunnale adatta a girare le scene». E alla domanda «C’è la possibilità che i lavori della sede di Montà possano non essere terminati?», il sindaco risponde con cautela: «I tempi sono stretti e noi faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per portarlo a compimento». Parole poco rassicuranti per i più pessimisti, che leggono in questo stallo i segni di una volontà dei due musei di continuare su strade separate.

 Federico Tubiello

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