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Il commercio di Alba tira, 48 negozi in più nel 2023

Il commercio di Alba tira, 48 negozi in più nel 2023
© Vacchetto

ECONOMIA Per cercare il vero volto commerciale di Alba, forse bisogna uscire dal centro storico, dove catene internazionali e negozi rivolti a una clientela turistica che può spendere hanno preso il posto delle piccole attività, salvo una limitata serie di eccezioni.

Il regno dei negozi di vicinato, ma non solo, lo si trova oltre piazza Ferrero: corso Langhe e corso Piave, per esempio, dove botteghe storiche si mischiano a nuove aperture, anche multiculturali. Non mancano le serrande abbassate, ma sono molte di meno rispetto alle attività aperte.

Così, corso Langhe, in settimana, è piuttosto vivace: c’è chi si sposta a piedi, con le borse della spesa, e chi parcheggia nel controviale. Non mancano i negozi di abbigliamento, ma a prevalere sono altri tipi di attività, soprattutto del settore alimentare, tra panetterie, rivenditori di frutta e verdura, piccole drogherie o negozi di dolci dove si possono trovare prodotti di nicchia. Ci sono anche ferramenta, calzolai, piccoli artigiani. Si tratta soprattutto di attività familiari.

Se si guarda all’interno, al mattino in particolare, sono pochi i negozi a non avere clienti. Per esempio, verso la metà del corso, c’è una pasticceria aperta da 38 anni. Nel giro di pochi minuti, passano due persone: un’anziana che compra alcuni pacchetti di biscotti e un’altra che chiede un sacchetto di cioccolatini tipici da regalare. Oltre che per fare acquisti, i piccoli negozi restano un luogo ideale in cui fermarsi per quattro chiacchiere.

Adele Grandi è la titolare della pasticceria Delizie: «La nostra è una clientela fissa, che ci conosce. In questi anni abbiamo visto il corso cambiare: rispetto al passato, forse si è persa un po’ l’immagine di strada di passeggio per gli albesi, ma rimane comunque molto frequentata. Certo, si potrebbero fare migliorie per supportare il commercio e in generale la cittadinanza».

Corso Langhe dall’alto

Che cosa, per esempio? «Il Comune ha già provveduto ad abbellire il corso con panchine e aiuole, ma rimangono alcuni dettagli da sistemare. Le strisce pedonali potrebbero essere più illuminate, anche perché le auto spesso sfrecciano troppo veloci. Si potrebbero anche potenziare gli eventi e le manifestazioni, com’è stato sperimentato in alcune occasioni, per fare conoscere di più il percorso: a volte ci sentiamo un po’ dimenticati», spiega la commerciante.

Poco lontano, si trova un negozio di frutta e verdura aperto dal 2006. Racconta la ragazza al bancone: «Le vendite vanno a periodi, con alcuni momenti di picco e altri più calmi, ma in generale la nostra è una clientela fedele».

Poiché il corso è per molti una strada di passaggio in auto, per le attività commerciali può non essere semplice farsi conoscere: «Magari bisognerebbe trovare il modo di renderlo più a misura di persona, dal momento che è un tragitto ampio e dispersivo. Non mancano i parcheggi, è vero, ma spesso non è affatto semplice trovare un posto e questo problema può essere disincentivante per chi non è della zona».

Anche in un bel negozio di abbigliamento la commessa segnala un aspetto che potrebbe essere migliorato: «I parcheggi, sul nostro lato, non sono tracciati con le strisce: si favorisce così la sosta selvaggia, che non aiuta. Ma, in generale, devo dire che il corso è molto vivace: abbiamo aperto nel 2019, per poi chiudere poco dopo, a causa del Covid-19. Da quando abbiamo ripreso l’attività, però, abbiamo vissuto un incremento molto importante. Ottobre e l’autunno, in particolare, è un periodo positivo, per via della presenza del mercato legato alla Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba: penso potrebbe essere davvero interessante pensare ad altre domeniche di apertura, per coinvolgere ancora di più la clientela».

Pure in corso Piave oggi i negozi non mancano, anche se si nota una maggiore presenza di bar. Per esempio, la fioraia Daniela Scagliola ha aperto il suo negozio poco prima della pandemia: «Arrivo dall’alta Langa e per me era un sogno avviare la mia attività in corso Piave, che ho sempre giudicato un quartiere dinamico e interessante dal punto di vista commerciale», spiega.

«Come clientela, non mi lamento: per fortuna, si rivolgono a me anche persone che vivono fuori Alba. Però, posso dire che, per certi versi, il corso è un po’ abbandonato a sé stesso. Tempo fa, per esempio, un camion ha centrato in pieno l’alberello che si trovava sul marciapiede di fronte al mio negozio, lasciando un buco pericoloso per i pedoni: è occorso parecchio tempo perché venisse sostituito. In generale, si potrebbe abbellire di più l’arteria. Altrettanto importante sarebbe pensare a eventi, soprattutto nel periodo estivo, quando la zona si svuota in corrispondenza del periodo di ferie della Ferrero».

Se si prosegue nel corso, si notano alcuni esercizi con le serrande abbassate, talvolta anche per via di lavori di ristrutturazione. Parliamo con la dipendente di un bar: «C’è parecchio movimento al mattino, perché i negozi sono aperti, ma da metà pomeriggio in poi la situazione è decisamente più tranquilla, per non parlare della sera, quando il corso è deserto, soprattutto in inverno. Occorrerebbe fare di più per inglobare questa parte di città nelle principali manifestazioni che si svolgono in centro, perché le potenzialità non mancano, come dimostrano le tante attività aperte».

In corso Piave, poi, c’è un aspetto che stona davvero: la sporcizia che si nota al margine del giardino Maestri del lavoro, prima della chiesa del Divin maestro. Prima di mezzogiorno, è impossibile non storcere il naso di fronte ai tanti sacchetti dell’immondizia e ai rifiuti lasciati a terra, nel punto in cui si trovano le campane per il vetro e il cassonetto per gli oli esausti. «Non è certo un bel vedere», commenta infatti un nonno, seduto su una panchina poco distante, mentre il nipotino si diverte sull’altalena. f.p.

Ma la schiera di dettaglianti cala in Italia

Se si estende lo sguardo a livello nazionale, l’andamento del commercio al dettaglio è caratterizzato da luci e ombre. Se i saldi pare non siano partiti in modo entusiasmante, ma è ancora presto per fare i conti, l’Istat (Istituto italiano di statistica) ha invece fatto il punto sulle vendite di novembre 2023.

Il mese è stato caratterizzato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, da un aumento dello 0,4 per cento in valore e dallo 0,2 per cento in volume. A trainare il comparto commerciale sono stati soprattutto i beni non alimentari, mentre si osserva una flessione nel volume delle vendite di cibarie, pari allo 0,2 per cento.

L’Istituto allarga poi il campo all’intero trimestre settembre-novembre 2023, che nel complesso segna una diminuzione per il volume delle vendite pari al -0,8 per cento. Da notare anche le differenze tra l’aumento registrato per i prodotti di profumeria e cura della persona, con incassi che salgono al +5 per cento a novembre 2023, ma scendono per elettrodomestici e altri prodotti elettronici al -4,1 per cento.

Rispetto a novembre 2022 la grande distribuzione evidenzia per contro l’incremento delle vendite del 3,4 per cento a fronte di un +0,6 per cento del commercio on-line. Nel Paese però si registra una parallela tendenza negativa dei piccoli negozi, pari allo 0,3 per cento.

Lo conferma anche Confcommercio, che ha pubblicato un approfondimento sulla demografia delle attività nei centri storici delle città italiane, un tema molto sentito anche ad Alba. «Per quanto siano presenti chiari segni di vitalità e d’innovazione, dai nuclei storici escono i cosiddetti negozi “di una volta”: le città, volenti o nolenti, si volgono sempre di più al turismo, catturano esigenze di intrattenimento e offrono opportunità di valorizzazione del tempo libero», spiega la nota.

Nelle città di medie dimensioni dal 2012 al 2022 si è registrato un -7,6 per cento di negozi alimentari, anche se le chiusure maggiori si registrano in altri settori: -31,5 per cento per libri e giocattoli, -30,5 per cento per ferramenta e -21,8 per cento per vestiario e calzature.

Gli alloggi per i turisti sono cresciuti del 43,3 per cento, le farmacie del 12,6 e la ristorazione del 4 per cento, segno che le attività cambiano pelle. In realtà, al di là dei centri storici, è l’intero settore commerciale del Paese a fare i conti con le chiusure: nel 2012 erano 659mila i negozi al dettaglio aperti in Italia: sono scesi a 540mila a fine 2023.  f.p.

Barbero: «Il comparto dimostra una tenuta notevole»

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L’assessore Barbero

«I dati odierni sull’andamento commerciale della città sono molto positivi, perché dimostrano un dinamismo e allo stesso tempo una tenuta notevole del settore. Non sempre la medesima situazione si registra nelle altre città piemontesi simili per residenti ad Alba», commenta l’assessore al commercio Lorenzo Barbero.

«Il turismo è senza dubbio alcuno un grande volano per le attività, tanto che per certi versi ha cambiato il volto del centro, dove sono arrivati i marchi internazionali. Ritengo che questo aspetto faccia parte dell’evoluzione di un’area legata ai grandi flussi, come già avviene nelle maggiori città italiane. Mi sembra peraltro un motivo di orgoglio vedere che importanti aziende o professionisti rinomati scelgano di investire su Alba, perché questo contribuisce a innalzare ulteriormente la qualità della nostra offerta. Certamente negozi di vicinato vanno preservati, soprattutto nelle zone in cui sono ben presenti, per esempio in corso Piave e in corso Europa».

Sul fronte del miglioramento delle due aree, come chiesto dai commercianti che abbiamo interpellato in questo servizio, Barbero prosegue: «Ci sta molto a cuore, tanto che abbiamo lavorato in questo senso negli ultimi anni. Per corso Langhe è stato completato l’intero rifacimento su entrambi i lati e adesso i marciapiedi sono più vivibili. Anche per corso Piave è in programma un investimento analogo, inserito da quest’anno nel Piano triennale delle opere pubbliche. Nel corso del 2023 abbiamo proposto due manifestazioni che hanno avuto molto successo: la prima edizione di Corso Langhe in fiore e la tradizionale Festa d’ magg in borgo Piave, che hanno coinvolto molte persone. Non è semplice spostare i turisti, ma credo che ogni zona abbia le sue peculiarità da valorizzare».  

Francesca Pinaffo

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