PENSIERO PER DOMENICA – PRIMA DI QUARESIMA – 18 FEBBRAIO
Iniziamo il cammino quaresimale sotto lo sguardo benedicente di Dio, rassicurati dalla sua spiegazione dell’arcobaleno: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente» (Gn 9,12). La fede dell’autore sacro, che medita sul diluvio può diventare anche la nostra e darci speranza. Dio non distruggerà la terra, ma per salvarla chiede il nostro contributo.
L’arcobaleno ha due significati. Questo arco, che sembra unire cielo e terra, simboleggia l’incontro tra Dio e l’uomo ed è un segno di pace: «Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra». Dio continua ad amare ciò che ha creato: la terra con “ogni essere vivente”. Questo è il messaggio di rassicurazione e speranza di Dio, da cui deve prendere le mosse l’attività di “ricostruzione” del pianeta dopo il diluvio o qualsiasi disastro, provocato da eventi naturali o insipienza umana.
Gesù è il vero “arcobaleno”. Come leggiamo nel Vangelo di Marco (1,12-15), Gesù si ritira nel deserto, in compagnia delle bestie selvatiche, indicando che l’armonia cosmica è ristabilita, e l’umanità è riconciliata con Dio. Gesù è il vero ponte di congiunzione tra cielo e terra, tra Dio e uomo: un ponte palpabile, fatto di carne e ossa. Gesù è l’uomo di pace e di riconciliazione. Con lui la promessa di salvezza di Dio diventa realtà, una concreta possibilità per noi. Ce lo ricordano tutti quei profeti di pace, che in questo momento fanno particolarmente fatica a farsi sentire.
Anno della preghiera / 3. La preghiera è conversione, partendo dal Vangelo. Marco, nella sua essenzialità non si sofferma sulle tentazioni di Gesù nel deserto, ma ci propone immediatamente il suo primo appello: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo». Possiamo leggere le parole di Gesù come indicazione per il cammino quaresimale, ma anche come spunto per il nostro anno della preghiera. La Quaresima è tempo di preghiera. Le parole di Gesù ci ricordano che la preghiera vera cambia la vita, il nostro modo di stare al mondo, la nostra relazione con la terra e le sue creature. La preghiera cristiana deve sempre partire dalla Parola, perché è risposta all’alleanza di pace di Dio, e deve tradursi in scelte concrete di vita. «Se preghi, deve vedersi»: ecco lo specifico della preghiera cristiana. A differenza di pagani ed ebrei, noi non preghiamo perché Dio cambi. Se è lecita un’espressione a effetto, Gesù è venuto a ribadire che «Dio è già cambiato», è dalla nostra parte. Adesso tocca a noi.
Lidia e Battista Galvagno