L’Africa ha più bisogno di trattori o di zappe? Missionari concreti e ambiguità tra i politici

LETTERA AL GIORNALE Caro direttore, ringrazio lei e tutti i suoi collaboratori perché ogni settimana ci date una Gazzetta sempre più interessante e bella. La settimana scorsa, in particolare, mi sono sentito fortemente interpellato dal tema del trattore da destinare alla comunità di Kalongo in Africa e dalle considerazioni di Fabio Pasqualetti, professore ordinario di teoria sociale all’Università pontificia salesiana di Roma, comparsi sullo stesso numero.

Anch’io ho usufruito, come allievo salesiano, dell’istituto Agnelli di Torino; come agronomo ho insegnato all’istituto Aldo Capitini di Ivrea; come operatore sono stato impegnato nel programma Onu/Pnud-Village ressource oublièe in Burkina Faso (a quei tempi ancora Alto Volta) negli anni Ottanta; e infine ora, nella vecchiaia, svolgo il lavoro contadino a Neive.

L’Africa ha più bisogno di trattori o di zappe? Missionari concreti e ambiguità tra i politici

Fabio Pasqualetti conclude la sua intervista in un modo che mi ha sorpreso molto positivamente: «Chiesero a un uomo saggio se volesse dei trattori per coltivare la terra e dare da mangiare alla popolazione, lui rispose di no; gli servivano invece zappe, affinché le persone potessero coltivare la terra con le proprie mani e procurarsi da soli il cibo». Questa intervista all’uomo saggio sembra collidere con la spedizione da Alba del terzo trattore alle donne ugandesi. A me pare che in primo luogo vadano ringraziati per la loro generosità i missionari comboniani, Daniela e Flavio Molino, Loredana Ninetti e tutte quelle persone che fanno parte del team albese pro Uganda. Tra queste voglio inviare un gioioso abbraccio ai tre bimbi seduti sul trattore e a Severino Marcato che per questa volta, invece di fotografare, è stato fotografato.

Rimane invece aperta, nella prospettiva più lunga, la questione posta dal professor Pasqualetti. Non pretendo di dare consigli a nessuno, ma a me fa bene la lettura di Gandhi, Lanza del Vasto, Ernst Fritz Schumacher eccetera. Penso che un confronto fraterno tra l’illustre autore di tanti testi che segnalano rischi gravi per gli ecosistemi e i generosi albesi amici di Kalongo, potrebbe servire. Gazzetta vorrebbe patrocinarlo?

Beppe Marasso

Gentile Marasso, grazie per i complimenti a Gazzetta e al gruppo che, per la terza volta, propone di donare un trattore alle donne di Kalongo. Un trattore, come si raccontava nell’articolo, ancora da pagare e quindi c’è posto per la generosità degli albesi che vogliano contribuire. C’è poi la questione, più complessa ma semplificata in una battuta, se ai contadini è meglio dare una zappa o un trattore. Al di là dello strumento di lavoro, infatti, è in ballo la prospettiva di sviluppo che si offre al continente più povero della Terra, tenendo conto dei disastri fin qui perpetrati, in Africa come in tutto il mondo, non solo di natura ecologica e climatica, ma anche umanitaria e sociale. Lo stesso dilemma si pone allorché si confrontano le azioni di promozione umana intraprese in terre di missione da tanti volontari laici, sacerdoti e religiosi, rispetto ai faraonici e miliardari progetti di sviluppo economico e industriale propagandati dai Governi occidentali e costellati da episodi di corruzione. Nel nostro territorio c’è una tradizione missionaria di tutto rispetto: don Lisa in Brasile, don Tablino in Kenya e tanti altri sono oggi additati come “profeti” dalle popolazioni locali, riconosciuti promotori di comunità solidali sviluppatesi alla luce della dottrina sociale della Chiesa e del Vangelo, in una logica opposta a quella coloniale perpetrata per secoli e che, rifattasi il trucco, rischia di ripresentarsi. Stiamo entrando nel clima surriscaldato delle elezioni e su certi temi spinosi, si è sempre restii a prendere posizione, così come è successo per il documento presentato dalle associazioni ecologiste e rivolto ai candidati. La discussione è aperta.

 g.t.

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