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Quel bisogno di Gesù di staccare durante la giornata

PENSIERO PER DOMENICA – QUINTA TEMPO ORDINARIO – 4 FEBBRAIO

Per celebrare la 46ª Giornata per la vita prendiamo spunto dalle letture della Messa domenicale, che spalancano davanti a noi orizzonti sconfinati. Il tema che domina, nella prima lettura (Gb 7,1-7) e nel Vangelo (Mc 1,29-39) è il dolore: una presenza costante e inquietante nella vita.

Quel bisogno di Gesù di staccare durante la giornata
Gesù prega il Padre, miniatura franco-fiamminga del XVI secolo, Breviario Grimani (Biblioteca di Venezia).

Il dolore è un attentato alla vita. Ci sono momenti in cui la vita sembra accanirsi contro di noi, in cui il dolore e le preoccupazioni tolgono il sonno, «la notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba». È l’esperienza di Giobbe, che in poco tempo ha perso i suoi averi, i suoi cari, la salute e l’amore di sua moglie. Non gli resta altro che far salire a Dio il suo lamento. Meno drammatica ma stressante la situazione di Gesù, nei giorni di Cafarnao: la casa dove ha guarito la suocera di Pietro, viene assediata da quanti portavano a lui “malati e indemoniati”. Ma Gesù, pur spendendosi fino a esaurire le forze, non vuole ridursi a un taumaturgo. Ha qualcosa in più da offrire, il Vangelo: non solo la vita, ma il senso della vita!

Vangelo a servizio della vita. Anche Paolo (1Cor 9,16-23) non si risparmia. Chi conosce la sua biografia sa che non mente quando scrive: «Tutto io faccio per il Vangelo». Annunciare gratuitamente il Vangelo è promuovere la vita per due motivi. 1) Perché è annunciare qualcosa di assolutamente gratuito. La salvezza e la vita sono due doni: nessuno ha pagato o meritato la vita e la fede. 2) Perché il Vangelo è annunciare qualcuno che dà senso alla vita.

ANNO DELLA PREGHIERA / 1

Papa Francesco, nella Domenica della Parola, ha proclamato il 2024 “Anno della preghiera” in preparazione al Giubileo del 2025. Vogliamo vivere questo anno cogliendo nelle letture della Messa alcune indicazioni per riscoprire la preghiera. Nel Vangelo di oggi, Gesù, dopo una giornata stressante, si alza di buon mattino per stare un po’ da solo e vivere un momento di tranquillità per pregare. Aveva bisogno di fermarsi, di “staccare”. Aveva bisogno di interiorità, per recuperare energie, perché anche lui sentiva la fatica di prendersi addosso le sofferenze di tanta gente. Possiamo cogliere da questa scena una prima indicazione per rivitalizzare la nostra preghiera. Pregare è fermarsi per stemperare le emozioni, è ripercorrere davanti a Dio la giornata, magari è portare davanti a lui le sofferenze incontrate. Come amava ripetere don Gasparino, per far diventare tutta la giornata preghiera occorre fermarsi e dedicare un po’ di tempo solo alla preghiera.

Lidia e Battista Galvagno

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