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Sicurezza in rete (6 febbraio) e bullismo (mercoledì 7) giornate mondiali che vanno a braccetto

Sicurezza in rete (6 febbraio) e bullismo (mercoledì 7) giornate mondiali che vanno a braccetto 1

BULLISMO Vanno a braccetto la Giornata mondiale per la sicurezza in rete del 6 febbraio e la Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbyllismo del 7 febbraio e portano, soprattutto nelle scuole, occasioni di dibattito e di formazione.

Il Ministero dell’istruzione ha previsto per martedì 6 un evento per le scuole che si terrà a Roma, alle 10, al quale il ministro Giuseppe Valditara invierà un videomessaggio di saluto. Tema della giornata: l’intelligenza artificiale. Sarà possibile seguire la manifestazione in diretta streaming sul canale Youtube del Ministero, per dare l’opportunità a tutte le istituzioni scolastiche italiane di partecipare.

Nel quadro delle iniziative si inserisce Save the children, che indica nel 70,6 la percentuale di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni che, in Piemonte, utilizza internet tutti i giorni mettendo la nostra regione poco al di sotto della media nazionale del 73%. Sempre in Piemonte il 13,7% degli adolescenti sono stati vittime di episodi di cyberbullismo.

Per molti ragazzi stare in rete, scambiarsi contenuti e messaggi, rappresenta un elemento di apertura al mondo, ma le rilevazioni sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che il 12,4% del campione in Piemonte fa un uso problematico dei social media e il 22,2% dei videogiochi.

Save the children sottolinea l’urgenza di creare ambienti digitali sicuri per bambine, bambini e adolescenti e di affrontare opportunità e rischi della rivoluzione in atto.  L’organizzazione, in particolare, evidenzia la necessità di prestare la massima attenzione all’abbassamento dell’età media nell’utilizzo delle tecnologie digitali e all’aumento del tempo trascorso online da parte dei più giovani, soprattutto dopo la pandemia.

Alla Giornata contro il bullismo aderisce anche la fondazione Operation smile che si occupa di labiopalatoschisi patologia conosciuta anche con labbro leporino. «Sentire il proprio mondo come una gabbia, desiderare di essere invisibili. Sono alcune delle sensazioni di chi è vittima di bullismo, una piaga sociale che è cresciuta di pari passo anche con gli utenti di Internet, definita per questo anche cyberbullismo. Ad esserne colpiti sono soprattutto coloro che presentano delle fragilità», scrive l’ente del terzo settore in un nota.

«Una serie di studi ha messo in luce come un buon concetto di sé aiuti i bambini e i ragazzi a ottenere dei successi, sia da un punto di vista relazionale che da un punto di vista di rendimento scolastico. In questo lavoro di costruzione di una buona percezione di sé stessi, è necessario anzitutto il dialogo tra scuola e famiglia – afferma Gaia Campanale, psicologa clinica del Centro di cura e formazione Operation smile di Milano, presso l’ospedale Asst Santi Paolo e Carlo. «L’effetto di eventuali fattori di rischio può infatti essere maggiore nei soggetti che hanno un basso concetto di sé o che si sentono inadeguati».

Sicurezza in rete (6 febbraio) e bullismo (mercoledì 7) giornate mondiali che vanno a braccetto
La psicologa Gaia Campanale

Il senso di inadeguatezza è uno dei segnali d’allarme in caso di bullismo: la famiglia e gli educatori hanno un ruolo fondamentale nel cogliere comportamenti insoliti da parte della vittima, tra cui disturbi del sonno o della condotta alimentare, disturbi psicosomatici o mancanza di interesse verso eventi sociali che includono altri coetanei. All’interno del percorso di cure multidisciplinare che offre Operation smile, i colloqui tra psicologo e genitori sono costanti per comprendere i bisogni specifici dei pazienti e delle loro famiglie, ma soprattutto per definire la priorità degli interventi dei diversi operatori.

«L’obiettivo principale dell’assistenza psicologica fornita da Operation Smile è quello di preparare la coppia genitoriale ad accogliere una nuova immagine del loro bambino e ad accompagnarla nelle prime fasi della vita – conclude la dottoressa Campanale – Il nostro intervento è dunque orientato a validare il vissuto emotivo che si manifesta durante il percorso di cure e ad accogliere i diversi bisogni che possono emergere durante l’infanzia, l’adolescenza e la prima età adulta del paziente».

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