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Giacchino: il parco eolico è poco credibile, meglio il fotovoltaico nell’ex Acna

Auto elettriche nel sito Acna?
Il sito ex Acna di Cengio

VALLE BORMIDA Nell’incontro di Saliceto dedicato al discusso progetto di parco Eolico a Monte Cerchio, al confine tra Piemonte e Liguria (servizio su Gazzetta d’Alba in edicola martedì 5) un contributo rilevante, anche legato ad altre importanti tematiche ambientali locali, è arrivato da Pier Giorgio Giacchino, già sindaco di Camerana e tra i fondatori dell’Associazione lavoratori Acna. A proposito del progetto, Giacchino non ha usato giri di parole, parlando di «Credibilità vicina allo zero» e invitando gli amministratori a verificare se dietro all’iniziativa ci sono grandi gruppi, oppure se si tratta di «Un avventuriero che persegue qualche altro obiettivo».

In seguito l’ex sindaco di Camerana ha messo in evidenza le lacune della proposta citando dati ricavati consultando due delle maggiori aziende che costruiscono e gestiscono torri eoliche di queste dimensioni. «Impianti del genere per essere produttivi dovrebbero funzionare al cento per cento per almeno duemila ore all’anno. Quello di Monte Cerchio ha una potenzialità di 43 megawatt per un totale, su duemila ore, di 86mila megawatt. Sul mercato libero il ricavo annuo sarebbe di 5 milioni e mezzo di euro, ma il costo di realizzazione, tenendo conto dell’orografia dell’area, sarebbe di 70 milioni. Serviranno quindi circa 15 anni per ammortizzare i costi. Nessun privato è disposto a investire a queste condizioni», ha spiegato Giacchino.

La pala eolica smantellata alcuni anni fa a Sale Langhe era alta circa 40 metri, quelle previste a Monte Cerchio superano i 200.

Un’alternativa importante potrebbe essere utilizzare il sito ex Acna per installare impianti fotovoltaici. Ha aggiunto Giacchino: «Il decreto legislativo 199 del 2001 incentiva l’utilizzo di aree industriali dismesse o bonificate per questo scopo. A Cengio sarebbero disponibili, usando anche le pertinenze esterne, circa 50 ettari. Servono almeno mille ore all’anno di sole e, ipotizzandone 1.200 a Cengio (in Sardegna sono 1.600), si produrrebbero 40 megawatt con una spesa di 17 milioni. Un quarto dei costi rispetto al parco eolico, tempi di realizzazione di pochi mesi, consenso pubblico, nessun impatto ambientale e nessuna mobilitazione».

Secondo Giacchino sarebbe l’unico modo per riutilizzare il sito di Cengio, che è stato certificato solo per un utilizzo in superficie, mentre non si potrà intervenire con opere che interessano il sottosuolo, come Gazzetta aveva scritto nel giugno 2021 sulla base di documenti della Provincia di Savona.

Corrado Olocco

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