BRA Era l’inizio di giugno 2019 quando cominciarono i lavori di restauro per la chiesa dedicata al SS. Nome di Maria della frazione braidese di Boschetto, che dal 1986, con la chiesa della frazione di Madonna del Pilone forma la parrocchia Maria Madre della Chiesa. Le funzioni liturgiche non sono mai cessate e si sono trasferite nel salone della bocciofila della frazione Falchetto. Qualcuno dice che anche questi lavori sono stati provvidenziali, poiché con lo scoppio della pandemia nel 2020, i locali della bocciofila sono stati provvidenziali nella gestione della prevenzione e per preservare le celebrazioni, garantendo sempre più di un centinaio di posti, in una comunità ecclesiale viva e partecipante. Questo grazie alla scelta del parroco don Giuseppe Brunato, che ha mantenuto le celebrazioni a Boschetto e Madonna del Pilone.
I lavori e la scoperta dell’Antica Chiesa di Boschetto, lo studio di fra Luca Pier Giorgio Isella
«Una visita ai lavori di restauro in corso nella chiesa parrocchiale del SS. Nome della Beata Vergine Maria, nella frazione Boschetto di Bra, – ha scritto nel suo studio fra Luca Pier Giorgio Isella, il frate cappuccino, storico, scomparso nel maggio 2022 – ha permesso di osservare nello scavo a pavimento della navata quella che potrebbe essere parte della fondazione litica di un fonte battesimale, come indicato dai funzionari delle Soprintendenze ai Beni architettonici e storici del Piemonte Simone Giovanni Lerma e Barbara Bongiovanni. L’oggetto della visita era rilevare ciò che sussisteva della chiesa o cappella precedente, essendo l’attuale edificio una struttura edificata a partire dal 1710, con successivi accrescimenti fino al secolo scorso (1710-1912). Della fondazione dell’edificio antico, nell’Archivio parrocchiale non esiste documentazione, ma solo una breve annotazione manoscritta che attesta essere stata «in origine piccolissima e modestissima cappella di campagna». Il commento recente del cappellano teologo Gaspare Avataneo († 1949) specifica, senza citazioni, per supposizione, che «l’antica struttura risale probabilmente agli anni compresi tra il 1550 e il 1600, e che si sviluppava unicamente sulla parte che forma l’attuale coro e presbiterio».
L’antica chiesa era dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria; se ne parla negli atti della prima Visita di mons. Broglia nel 1593, «dove si dice che era chiusa, priva di ogni cosa e che vi si portava tutto il necessario quando occorreva celebrare la Santa Messa.
«Ad una prima osservazione si è potuto rilevare invece che, – continua nel suo studio il frate cappuccino – mentre l’attuale chiesa si sviluppa lungo l’asse longitudinale sud-nord, la muratura dell’edificio antico appare allungarsi sull’asse ovest-est, coerente con la massima parte del transetto della navata, quindi trasversale all’edificio attuale, mentre la zona del presbiterio e coro è impianto più recente. Il prospetto di facciata era quindi lungo l’attuale lato ovest e comprendeva parte dell’attuale sacristia. La chiesa occupava un’area di poco inferiore ad un terzo dell’edificio presente. Si caratterizzava per aver avuto due sole navate: la maggiore, e quella laterale sinistra, dove si è rilevata la fondazione del supposto fonte battesimale. Non si osservano invece le strutture della navata laterale destra, forse mai edificata. Era quindi un edificio capace di poco più di una trentina di persone. La piccola torre campanaria fu sopraelevata nel secolo XVIII, ed era costituita sulla navata laterale sinistra, a lato del presbiterio. Probabilmente la chiesa, eretta secondo semplici schemi, era però voltata, edificata su plinti con pianta a moduli quadrati di circa un trabucco lineare per lato. La navata centrale, dall’ingresso aveva in successione due campate su base quadra, e quindi due ammezzate, una per il presbiterio e l’altare maggiore e l’ultima quale coro ad abside rettangolare. L’unica navata laterale invece, su tre campate, era conclusa dalla muratura e accesso alla torre campanaria; nella campata mediana vi era costituita una cappella laterale, senza nome del titolare, il cui altare venne smantellato in seguito alla Visita di Mons. Provana nel 1623. Grazie a una seconda visita in presenza degli architetti impegnati nel restauro, ho potuto ricavare più precisamente quanto intravisto. Per la parte attualmente visibile del citato fonte battesimale ipotizzo possa trattarsi di un reimpiego, precedentemente localizzato nella vicina Pollenzo medievale, per quanto simile a quello che riguarda l’antica chiesa di San Giovanni ai campi di Piobesi, di cui ha scritto Alberto Crosetto nel 2015».
«A proposito di questa chiesa romanica di origine monastica – continua il compianto fra Luca Pier Giorgio Isella – ritengo essere stata una dipendenza dell’abbazia benedettina di Breme, fondata dallo stesso priorato di San Pietro in Pollenzo nel XII secolo circa. Ciò che appare oggi nello scavo potrebbe essere un rifacimento tardo quattrocentesco della chiesa primitiva, delle cui tracce mi ha cortesemente informato il professor Giuseppe Gullino, noto conoscitore del territorio braidese. A riguardo delle strutture rilevate di questo edificio è lecito interrogarci se, come sembra, possano riferirsi alla stessa gesiolam (ecclesiolam) citata prossima al confine di Bra con Cherasco di cui riferiscono appunto i consegnamenti verso Breme del 1208. Nel testo del congegnamento viene quindi data l’indicazione di un arativo “ad ecclesiolam, et est sub Pleosam, juxta vineam Ascherij”, confinante con una Via Castanee (Sommario1731, n. 31)7. Le citazioni terminano col catasto di Santa Vittoria del 1449. Per quanto si riferisce al qualificativo Pleosam, si può intendere priosa, petrosa, in relazione alla nota caratteristica delle strade romane e medievali. Interessante anche perché la vigna attigua alla chiesa era un bene feudale degli Ascheriij, (Aschieri), famiglia di vassalli pollentini da Rivalta, forse parenti degli omologhi valsusini di Giaglione, eredi della dominazione marchionale torinese. A proposito del fonte battesimale rinvenuto nella navata, è possibile ipotizzare esservi stato trasferito da Pollenzo, dalla fatiscente chiesa di San Pietro, quale riuso per la chiesa già monastica del Boschetto, dal canonico Amedeo di Romagnano, signore di Pollenzo. Costui dal 1473 era anche commendatario del priorato benedettino». ( fra Luca Pier Giorgio Isella).
I festeggiamenti e la riapertura, da mercoledì 11 settembre a domenica 15 settembre
Mercoledì 11 e giovedì 12 settembre: S. Messa in bocciofila ore 20.30;
Venerdì 13 settembre alle 20.30 Solenni Vespri a cui seguirà la processione con la statua della Madonna del Boschetto e il Santissimo verso la chiesa di Boschetto , si concluderà con la Benedizione Eucaristica;
Domenica 15 settembre S. Messa solenne ore 10.15 e riapertura ufficiale della chiesa parrocchiale con la partecipazione delle Autorità Comunali-
Il giubileo sacerdotale di don Giuseppe Brunato, il parroco
Parroco di Cavallermaggiore Boschetto e Madonna del Pilone dal 1998, don Giuseppe Brunato quest’anno raggiunge un traguardo importante: 50 anni di sacerdozio e proprio domenica 15 settembre durante il pranzo che si terrà nella frazione il parroco sarà festeggiato. Un sacerdote zelante, preparato, molto amato dai fedeli. “Ad multos annos don Beppe!
Lino Ferrero