ABITARE IL PIEMONTESE Nella civiltà piemontese lo spirito natalizio s’inserisce tradizionalmente in un periodo che va da San Martino (11 novembre) all’Epifania (6 gennaio). In questo tempo era normale stare in casa, partecipare alla Novena, preparare la messa di mezzanotte e trovare gli ingredienti adatti alla cena o al pranzo di Natale. Le campagne erano quasi sempre coperte di neve! Per quanto oggi le cose siano cambiate progressivamente, riscoprire occasioni che permettono l’aggregazione è sempre qualcosa di lieto.
Il presepe, specchio del nucleo familiare, annovera diversi simboli e personaggi. Ogni anno questa rubrica ne analizza uno differente. È la volta di un rappresentante della civiltà contadina, attraverso una leggenda tutta piemontese: Gelindo. Questo personaggio è il protagonista di una delle più note commedie teatrali piemontesi dal titolo Divòta Comedia, d’autore anonimo poiché tramandata oralmente sin dal Medioevo. Una vera e propria favola contadina, forse cominciata in una stalla.
Gelindo, il cui nome evoca il freddo invernale, è un contadino intelligente ma un po’ sbadato. Per obbedire al censimento dell’Imperatore lascia con sua moglie la casa in Piemonte per arrivare a Betlemme, dove incontra Giuseppe e Maria. Li aiuterà a cercare una sistemazione per la notte, ma quando ai suoi occhi si presenta la cometa, capisce subito che Maria non è una donna qualsiasi. Il primo ad assistere alla nascita di Gesù bambino fu dunque un pastore, per di più piemontese. È il personaggio del Presepe con un agnello disposto intorno al collo, legato davanti sul petto nelle quattro zampe.
La presenza del Gelindo ha lasciato traccia anche nei proverbi e nei modi di dire regionali: Gelindo, Gelinda, Gelindin, bedolin, ra steila ch’a compagna Gisù Bambin. Nella storia Gelindo dimentica sempre qualcosa, oppure torna indietro perché non si fida della moglie e vuole darle ogni volta ulteriori raccomandazioni. Da questo deriva il modo di dire Gelindo ritorna, indirizzato a chi tenta di fare qualcosa, ma torna sui suoi passi senza concluderlo. Il pastore Gelindo incarna il valore degli umili perché si fa portatore di doni materiali e spirituali, è ingenuo ma sa stupirsi ed è riconoscente. Insieme ai personaggi importanti, nel Presepe non può mai mancare lui di fronte alla capanna: Gelindo, uno di noi!
Paolo Tibaldi