Il parco del Tanaro è un progetto concreto

Il parco del Tanaro è un progetto concreto

IL FIUME C’era una volta il Tanaro, dove i giovani e le famiglie passavano le domeniche d’estate. I bambini giocavano a pallone, le mamme preparavano il pranzo e chi era appassionato di pesca stava, paziente, in attesa del suo bottino. È l’affresco di un’epoca di cui rimangono poche tracce: oggi il fiume è terra inesplorata per gli abitanti delle città e dei paesi che attraversa.

Ma il futuro potrebbe essere diverso, grazie a un bando nato dal Programma territoriale integrato (Pti). Da qui l’idea di un ampio parco fluviale, compreso tra Govone e Cherasco. Un progetto ambizioso, che vede come capofila il Comune di Alba. Lo scorso ottobre è stato affidato a un gruppo di professionisti – con a capo l’architetto Raffaella Gambino di Torino – l’incarico di analizzare la situazione, prevedere i tipi di interventi da attuare e presentare un primo studio di fattibilità. Quest’ultimo è stato approvato dalla Giunta albese a fine gennaio e poi presentato ai sindaci dei paesi compresi nell’area e a diversi soggetti chiamati a parteciparvi: alcune aziende, come Calcestruzzi Stroppiana e Franco Barberis, ma anche realtà quali Egea e la fondazione Nuovo ospedale Alba-Bra, per un’area verde attigua al nosocomio di Verduno. Non è mancato il coinvolgimento del Centro nazionale studi tartufo, per il recupero delle tartufaie, e dell’ente turismo Alba, Bra, Langhe e Roero.

Dopo questa prima fase, che si è conclusa a primavera inoltrata, gli architetti si sono rimessi al lavoro e hanno presentato il progetto definitivo. Ne parliamo con Rosanna Martini, assessore ai trasporti albese: «Il 6 luglio abbiamo incontrato i sindaci di Langhe e Roero, che avranno ancora qualche giorno di tempo per esporre le osservazioni. A questo punto, il progetto passerà al vaglio della Commissione urbanistica e del Consiglio, per l’approvazione».

Ma come sarà il parco fluviale del Tanaro? Sarà diviso in sette aree tematiche, come spiega l’assessore: «Gli architetti hanno lavorato sulle caratteristiche delle diverse zone. Per ciascuna è stata stabilita una destinazione, con gli interventi e le attrezzature necessari per renderla fruibile. Così gli stagni di Neive diventeranno un punto di osservazione naturalistica, le rocche di Barbaresco saranno protagoniste di un percorso tra storia e natura e la tenuta di Pollenzo sarà un polo all’insegna della cultura e del gusto. La confluenza Tanaro-Talloria sarà fruibile in piena sicurezza, la “spiaggia dei cristalli” di Verduno sarà rivalutata, mentre l’incontro con lo Stura di Demonte avrà una destinazione naturalistica. E ad Alba nascerà un vero parco urbano, con aree pensate per lo sport all’aria aperta, in collaborazione con privati».

Anche i privati hanno un ruolo fondamentale nel progetto, precisa Martini: «Tutti hanno interesse alla valorizzazione del fiume, sia per migliorare la qualità delle loro proprietà che per attrarre più turisti. Così come c’è stata una grande partecipazione da parte dei sindaci, che hanno esposto il loro punto di vista durante le varie riunioni», dice l’assessore per poi concludere: «Mi piace pensare al Tanaro come una cerniera che collega le Langhe e il Roero. Vogliamo cambiare visione e restituire le sue sponde alla fruizione, com’era un tempo. Con un progetto definitivo ultimato e la possibilità di partecipare ai vari bandi per raccogliere fondi, il nostro obiettivo è più vicino».

Francesca Pinaffo

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