La nuova scuola materna di Bandito continua a fornire grattacapi all’Amministrazione civica braidese.
La costruzione dello stabile era iniziata a fine 2008 (ai tempi della giunta Scimone) e l’edificio era stato aperto nel settembre scorso per l’inizio dell’anno scolastico, ma a dicembre il Comune era già stato costretto a chiudere la scuola perché si era staccato parte dell’intonaco dal soffitto di un’aula. Terminati gli interventi necessari per riparare i danni, i bambini erano tornati nelle classi, dopo un periodo trascorso nella vecchia scuola.
Nelle scorse settimane è arrivata una nuova “sorpresa”: il Comune è stato chiamato in giudizio da due dipendenti dell’impresa che ha costruito la scuola.
I lavoratori lamentano di non aver ricevuto, rispettivamente, otto e cinque mensilità dalla ditta A&B, appaltatrice dei lavori.
Il Comune da parte sua ha scritto all’impresa sollecitandola a pagare gli stipendi dovuti, un’iniziativa che però non ha avuto riscontro. Il sindacato Ust Cisl ha comunicato all’Amministrazione braidese che i tentativi di trattativa avviati dopo la sollecitazione comunale non avevano avuto alcun esito e che pertanto la pratica era stata affidata a un legale.
Così il Comune di Bra è stato chiamato in causa come committente dei lavori, sulla base del Codice civile e del decreto legislativo 276/2003. La Giunta ha deciso però di affidarsi all’avvocato Francesco Dal Piaz di Torino per far valere le sue ragioni, che vengono così riassunte da Alberto Rizzo, assessore comunale e di professione avvocato: «Il Comune nella prima udienza chiederà l’estromissione dal processo perché a nostro parere in un caso come questo non può essere chiamato in giudizio. Chiederemo inoltre il pagamento delle spese processuali (la Giunta ha previsto un esborso di 6.000 euro, ndr). Ci dispiace per i lavoratori, ma il Comune in questa questione non ha alcuna responsabilità».
Per i due casi, le prime udienze della Sezione lavoro del Tribunale civile di Torino sono fissate al 7 luglio e al 30 settembre.
Diego Lanzardo