Aprirà una nuova farmacia a Mussotto. Se ne sentiva l’esigenza e se ne parlava da molto tempo – almeno dagli inizi degli anni ’90 –, mai lacci e lacciuoli che in Italia regolano la commercializzazione dei farmaci hanno ritardato l’istituzione di una nuova sede farmaceutica, l’ottava in città.
Leggi e regolamenti. Aprire una farmacia nuova in Italia non è facile. Il laureato in farmacia non solo deve superare l’esame di Stato, ma deve inserirsi in graduatoria e attendere che la Regione proceda alla revisione della “pianta organica” delle sedi farmaceutiche dei Comuni. Ma il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia un farmacia ogni 5 mila abitanti nei piccoli Comuni (con popolazione inferiore ai 12.500 abitanti) e una farmacia ogni 4.000 abitanti nei centri più grandi. In altre parole si tratta di un sistema chiuso di esclusive territoriali, già preso di mira da Bruxelles e dall’Autorità antitrust, ma ancora in piedi. In ogni caso, il Comune fa richiesta e la Regione autorizza o nega l’apertura di una nuova farmacia, che potrà essere gestita da un privato – cioè da un farmacista inserito in graduatoria – oppure da personale del Comune (ma ad Alba non ci sono farmacie siffatte).
Un progetto vecchio di vent’anni. Le farmacie albesi sono 7: 3 nel centro storico, 2 sull’asse di corso Langhe e 2 in corso Piave. La città attende da tempo una nuova farmacia a Mussotto: già nel 1992 il Comune ne aveva richiesto alla Regione l’istituzione, ma allora la popolazione non raggiungeva la soglia minima necessaria. Per questo, da tempo la frazione albese usufruisce del dispensario (una farmacia con una dotazione di farmaci ridotta). Oggi, però, i residenti sono 31.341. Se si divide per 4.000 il numero degli abitanti si ottiene il risultato di 7 sedi farmaceutiche, con un resto di 3.341, abitanti superiore al 50% di 4.000, che determina la possibilità di prevedere una nuova sede farmaceutica.
«La scelta di Mussotto è stata quasi naturale, nel senso che si consolida una situazione in una zona che ha avuto un significativo sviluppo demografico», ha detto il sindaco Maurizio Marello durante il Consiglio comunale di martedì 30 agosto, nel corso del quale la delibera per l’istituzione è stata votata all’unanimità da maggioranza e opposizione. Anche Luigi Garassino (Pd) ha dichiarato che «la scelta di Mussotto ha una sua logica, anche dal punto di vista storico». Lorenzo Paglieri (Pd) ha rilanciato sulle liberalizzazioni: «Ho amici farmacisti e dico loro amichevolmente che fanno parte di una casta, così come i notai e i tabaccai. Ho a cuore l’apertura dei mercati e le liberalizzazioni. L’anno scorso ad Alba si discuteva di bar, che godono ancora di un contingentamento simile a quello delle farmacie. Poi il discorso si è perso, ma è opportuno rilanciarlo». Mancanza di confronto. L’opposizione, pur condividendo la decisione, ha stigmatizzato la mancanza di confronto.
«La Regione ha comunicato la revisione della pianta organica il primo giugno, lasciando ai Comuni 90 giorni di tempo per decidere», ha spiegato Carlo Bo (Pdl).
«Noi decidiamo nell’ultimo giorno utile. Nel frattempo, sono stati convocati tre Consigli comunali. Inoltre: si sono convocati i farmacisti a inizio agosto. E i Comitati di quartiere?». Sulla stessa scia Carlo Castellengo (Pdl). «L’unico rammarico è che questo Consiglio sia stato convocato affrettatamente, senza approfondimenti», ha detto, scatenando una piccola polemica con il presidente del Consiglio Sebastiano Cavalli (di cui diamo conto in questa pagina).
«Mi prendo le responsabilità sui tempi», ha detto Marello. «La macchina comunale è stata impegnata prima con il Piano regolatore e poi con le Olimpiadi delle città gemelle. Forse non c’è stato il tempo di un preventivo confronto con i quartieri, ma è anche vero che la delibera recepisce una pianta organica ipotizzata già nel 1992». La nuova farmacia sarà comunale? Ha lanciato la proposta Bruno Ferrero (Lega nord). «La questione dovrebbe essere approfondita», ha detto. «Il Comune potrebbe gestirla direttamente all’inizio, poi cederla a terzi per fare cassa oppure no». È probabile che questa proposta – già emersa nella Commissione che ha preceduto il Consiglio – sia analizzata a breve.
LA RICHIESTA – MA ANCHE CASSANO LA VUOLE
Un’altra opzione di cui si è discusso in questi giorni è quella di una farmacia a San Cassiano. Se ne è parlato nella Commissione consiliare che ha preceduto il Consiglio del 30 agosto. Beninteso: tutti, almeno a parole, sono d’accordo che la farmacia debba aprire a Mussotto, dove c’è già un dispensario farmaceutico. Tuttavia, il sindaco Maurizio Marello conviene sul fatto che San Cassiano e corso Europa siano scoperte riguardo al servizio. «In futuro si potrebbe pensare una farmacia o un dispensario a San Cassiano», ha detto in Consiglio. Se ne potrebbe spostare una pure dal centro storico (dove ce ne sono 3) e Marello pare orientato a localizzarla nel quartiere di viale Masera (i “Tetti blu”).
Dello stesso avviso è parsa anche l’opposizione di centrodestra, che avrebbe voluto approfondire la questione, aprendo il dibattito con i Comitati di quartiere. Più netta è invece la posizione del presidente del comitato di San CassianoDomenico Boeri. «Intendiamoci: la nuova farmacia deve aprire al Mussotto e io sono d’accordo», ha detto. «Tuttavia, sono mancati l’approfondimento e il dibattito. Dal Consiglio abbiamo appreso che si è ragionato sulla nuova farmacia soltanto a partire dalla metà di agosto, in tutta fretta, per non perdere l’opportunità della revisione della pianta organica. Sono stati consultati i farmacisti,manon i cittadini.Hopartecipato all’unica Commissione che si è tenuta,manon è mi è stato consentito di intervenire. Se si fosse approfondito, si sarebbe potuto ipotizzare lo spostamento di una farmacia del centro in San Cassiano già in occasione di questa revisione della pianta organica; si sarebbe potuto, inoltre, pensare all’apertura di un dispensario farmaceutico a San Cassiano e approfondire le questioni legate alla sua localizzazione nel quartiere di viale Masera piuttosto che in corso Europa».
Alessandro Cassinelli