ASAVA compie 35 anni

«Sono 35 anni che questa luce rimane accesa», dice con un po’ d’orgoglio Claudio Rosso, presidente dell’Asava, associazione volontaria che si occupa del trasporto malati da e per l’ospedale di Alba. Abbiamo chiesto a Rosso di raccontarci un po’ dell’associazione.

Che cosa significa Asava?

«È una sigla che sta per Associazione servizio autisti volontari ambulanza. È nata all’interno dell’ospedale di Alba il 15 maggio del 1977. Oggi ci impegniamo a mantenere una media di circa 60-65 spostamenti ogni giorno per un totale di 150 persone. Maciniamo circa 8-900.000 chilometri ogni anno, con i 21 mezzi a disposizione: di questi, 18 sono stati comprati da noi per essere poi donati all’ospedale ».

Quali sono i servizi che vengono forniti?

«Noi lavoriamo solo per il San Lazzaro e quindi tutte le richieste di intervento devono partire dall’ospedale e dall’Azienda sanitaria. Principalmente ci occupiamo del servizio di trasporto (ad esempio dei dializzati da casa all’ospedale). Abbiamo due navette per portare i pazienti oncologici che devono fare la radioterapia a Cuneo. È attivo il servizio Virgilio: ci occupiamo di accogliere chi è appena arrivato in ospedale fornendogli informazioni e accompagnando i pazienti nei reparti. Interveniamo per le emergenze del 118 24 ore su 24. Sull’ambulanza sono sempre a disposizione un medico, un infermiere e due volontari. Ci occupiamo di trasportare sia malati in terapia intensiva – un mezzo è sempre pronto a intervenire – sia per la dimissione di pazienti o il trasporto presso altri ospedali (principalmente Torino e Cuneo). Quando richiesto, forniamo supporto per eventi e manifestazioni».

Quanti sono i volontari?

«I volontari in tutto sono circa 330. Quando abbiamo iniziato eravamo poche decine, poi il numero è andato aumentando. È una continua girandola di gente che arriva o se ne va: questo richiede un impegno a organizzarci in base alla disponibilità di ciascun volontario. Tutti i giorni oltre 40 persone si alternano su quattro turni. Non ci si ferma mai, in un territorio piuttosto vasto: dobbiamo “coprire” Alba, Bra, Langhe e Roero, da Ceresole a Cortemilia».

Cosa si deve fare per diventare volontario Asava?

«Gli aspiranti, dopo aver fatto domanda, devono sostenere un colloquio e una prova di guida, per poi essere arruolati. Ogni anno si fanno corsi per istruire i nuovi arrivati; il corso base (allestito secondo parametri regionali) serve per poter salire sull’ambulanza e, volendo, guidarla; il secondo corso ha molte più ore e si deve superare un esame, valutato da una commissione esterna. In questo caso vengono formati i soccorritori, che intervengono per le emergenze del 118. Bisogna fare almeno cento ore di affiancamento e imparare a maneggiare un paziente in condizioni critiche. Ci vogliono almeno tre anni di esperienza per diventare soccorritore».

Chi sono i volontari dell’Asava?

«Devono avere la patente da almeno due anni, quindi l’età può andare dai 21 ai 75 anni.Tutti sono ben accetti, ma il nostro ideale di volontario è il “baby pensionato” con forze sufficienti per trasportare una barella e molto tempo a disposizione, soprattutto nelle ore diurne quando gli altri lavorano».

Come trovate i fondi?

«Con la crisi è sempre più difficile reperire fondi, ma per il momento riusciamo a fare la nostra parte. Ci aiutiamo con il 5 per mille, riceviamo donazioni e organizziamo una lotteria annuale. Attraverso i concorsi di banche e fondazioni cerchiamo di ottenere finanziamenti per sostenere nuovi progetti. I mezzi sono in costante usura, quindi c’è necessità di un ricambio frequente».

Alessandro Costa

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