TORINO La Regione ha approvato la revisione della rete scolastica per l’anno scolastico 2015-2016. In Provincia di Cuneo il piano di dimensionamento prevede la creazione di quattro istituti comprensivi nel Comune di Alba, uno nella città di Cuneo e uno nel Comune di Dronero, che raccoglie anche gli istituti dei Comuni di Villar San Costanzo, Prazzo, San Damiano Macra, Roccabruna e Stroppo. La delibera prevede la trasformazione della scuola dell’infanzia di Gallo Grinzane da paritaria a statale, affidandola all’istituto comprensivo di Diano, la soppressione della sezione di liceo scientifico a Limone Piemonte, la trasformazione dell’istituto superiore Basco Beccaria Govone di Mondovì in liceo. La Regione ha stabilito la deroga all’istituto di Santo Stefano Belbo per il mantenimento dell’autonomia nonostante il sottodimensionamento (524 alunni).
Con gli accorpamenti le istituzioni scolastiche Piemonte raggiungono una media di 938 alunni per istituto. Le revisione comporta la riduzione di 14 autonomie scolastiche su tutto il territorio piemontese, da 586 a 572: dieci in meno nella provincia di Torino, due nella provincia di Cuneo, una nella provincia di Asti e una nella provincia di Vercelli.
«Il piano – ha spiegato l’assessore Pentenero – è stato elaborato tenendo in considerazione la peculiarità della rete scolastica piemontese, articolata e frammentata, dai Comuni di montagna fino alle grandi città. Abbiamo lavorato pensando ad un’offerta formativa in grado di considerare le reali esigenze provenienti dal territorio, così da armonizzare le esigenze educative personali alle specifiche esigenze formative necessarie allo sviluppo economico del territorio e a una migliore occupabilità dei giovani. Ci siamo poi soffermati sulla programmazione dei centri per l’istruzione degli adulti la cui diffusione in Piemonte purtroppo non è sufficiente. Abbiamo così cercato di sopperire alle mancanze avviando sperimentazioni interprovinciali in modo che in ogni area si potesse usufruire del servizio. Sarà comunque nostra premura chiedere al Governo di modificare il regolamento che, così com’è, non garantisce una copertura dei Centri su tutto il territorio piemontese e, soprattutto, non permette di continuare quelle sperimentazioni specifiche per gli adulti, come il progetto Polis, che oggi consente loro di conseguire un diploma in soli tre anni».