Brexit: La voce degli albesi a Londra, tra amarezza e delusione

Brexit: La voce degli albesi a Londra, tra amarezza e delusione 2
Letizia Delmastro

LONDRA Stupore, delusione, incredulità, sono questi i sentimenti dei ragazzi albesi a Londra a poche ore dalla conclusione del referendum sulla Brexit che porterà all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Abbiamo parlato con Letizia, Carlo e Giuditta.

Letizia Delmastro 21 anni, ha lasciato l’Italia per coronare il proprio sogno a Londra: diventare un’attrice di teatro.

Come è stato il risveglio con la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea?

La sensazione prevalente è stupore, nessuno riesce a credere che il Regno Unito abbia davvero deciso di commettere quello che sembra un suicidio. La differenza tra i voti è minima, 52% contro 48%. Ironicamente, la colpa è stata anche della pioggia perché ieri pioveva a dirotto, la maggior parte della gente (soprattutto gente che già non era estremamente motivata a votare) ha semplicemente lasciato perdere.

Potrebbero aver pensato che il loro voto non avrebbe cambiato l’esito del Referendum?

“Tanto il mio voto non conta”, è una frase sentita troppe volte e che alla fine ha contato, eccome. Non sono però sorpresa dalla divisione dei voti, con un 60% di londinesi favorevoli all’Ue, seguito da 62% in Scozia e 55.7% nell’Irlanda del Nord. È invece l’Inghilterra, e soprattutto quella rurale, con il Galles (che si considera più come una regione, che uno stato indipendente) che ha deciso di lasciare l’Europa: gente non molto informata anche detta “grumpy old people” che per una scossa di orgoglio ha commesso quello che a mio parere è il “suicidio” del Regno Unito.

Brexit: il Regno Unito vota per lasciare l’Unione europea

Sono gli stessi che hanno inneggiato a una sorta di liberazione?

I pro uscita dall’Ue lo chiamavano “Indipendence Day”e lo è stato davvero, ma in un modo diverso da quello che si aspettavano. La Scozia, che aveva già tentato di lasciare il Regno Unito sta ora cercando di stipulare contratti con l’Unione europea per avere una corsia preferenziale nel rientrare, una volta ritentato il referendum. L’irlanda del Nord verrà separata dalla Repubblica (di nuovo). E più altro Boris Johnson, ex sindaco di Londra, potrebbe prendere il posto di Cameron.Noi immigrati possiamo cominciare a fare le valigie.

Cosa ti aspetti succeda nei prossimi giorni?

Le previsioni sono di un crollo delle Borse, crollo che è già in atto, con conseguente panico dei banchieri che cercheranno di rimanere attaccati all’Europa con le unghie ed i denti. Nella peggiore delle ipotesi prevedo una migrazione di massa, perché noi dovremo tutti richiedere un visto, che sarà probabilmente concesso solo a lavoratori full time. Questo allontanerà la maggior parte degli europei che vivono già qui, e dissuaderà gli altri a trasferirsi. Prevedo una sfiducia generale nei confronti del Regno Unito, e, per quanto sono delusa penso che sia una sfiducia meritata.

Marcello Pasquero

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EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

 

Carlo Gavatorta, analista di mercato, da tempo residente a Londra aggiunge: «Sono molto sorpreso. Credevo che alla fine la popolazione giovane decidesse le sorti di questo referendum, ma dimentico sempre che in Occidente la popolazione è molto anziana. Da buon europeista, sono deluso dal Paese in cui vivo da cinque anni: forse chi ha votato per l’uscita dall’Ue, non si rende conto che questo renderà l’economia ancora più incerta, considerando che la sterlina sta perdendo di valore. Sarà un disagio anche per gli altri Paesi, persino tornare in Italia ora potrebbe spaventarmi». Paure che condivide anche Giuditta Dallerba, account manager: «Ero in palesta a fare body pump, quando l’ho scoperto. Ho le lacrime agli occhi e inizio a pensare di vivere in uno Stato razzista che ha paura di chi proviene dal resto d’Europa».

Chiara Cavalleris

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