Alba: l’Aca ha commemorato il presidente Giancarlo Drocco

Alba: l'Aca ha commemorato il presidente Giancarlo Drocco

ALBA Giovedì 16 novembre l’Associazione commercianti albesi ha commemorato il presidente Giancarlo Drocco, scomparso il 5 giugno scorso.

All’incontro, svoltosi presso la sala convegni dell’Aca, hanno presenziato i familiari, i rappresentanti del mondo Confcommercio dei vari livelil territoriale, regionale e nazionale, la Presidenza, la Direzione e il Consiglio direttivo dell’Aca, i capigruppo e i collaboratori dell’Associazione e numerosi amici storici.

Dal mondo politico-amministrativo, non sono mancati gli ex sindaci di Alba Giuseppe Rossetto, Enzo Demaria e Ettore Paganelli (Tomaso Zanoletti impossibilitato a presenziare ha mandato un saluto) e il sindaco di Bra Bruna Sibille, gli onorevoli Giovanni Monchiero e Mariano Rabino (l’europarlamentare Alberto Cirio, trattenuto a Bruxelles, ha fatto pervenire una propria nota commemorativa nella quale ricorda con affetto i suoi esordi in politica e la vicinanza umana con il rag. Drocco).

Presenti anche i componenti dell’Associazione “Langhe Roero, Tavolo delle Autonomie per il Territorio” che riunisce i sindaci dell’area, aziende e associazioni di categoria, per affrontare unitamente le problematiche territoriali, la cui nascita fu ispirata da Drocco. Presente anche Franco Tonelli, amministratore delegato di Con.Ascom (società che riunisce una trentina di società di servizi della galassia Confcommercio del nord Italia) a cui Drocco diede l’impulso iniziale.

In sala si sono avvicendati i sentiti e toccanti ricordi espressi dal sindaco di Alba Maurizio Marello, il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Ferruccio Dardanello, la presidente dell’Unione del Commercio Piemontese e vice presidente nazionale di Confcommercio Maria Luisa Coppa e il presidente confederale Carlo Sangalli.

Durante il suo intervento il sindaco di Alba Maurizio Marello ha così ricordato Giancarlo Drocco: «Il territorio innanzitutto, definito e da governare. Per questo ha condotto la sua battaglia per la realizzazione della provincia Alba-Bra. Spesso ci siamo detti che se avessimo vinto quella battaglia negli anni ‘90 non avremmo dovuto farne altre come quella per il tribunale. Inoltre, insieme a Giangiacomo Toppino hanno pensato all’associazione di categoria come ad un gruppo che sapesse porsi di fronte alla politica con l’atteggiamento di chi propone idee, iniziative e sa guardare oltre. E poi il turismo. Era una di quelle figure che hanno visto questo settore come fonte di economia per il nostro territorio. Ed il Tavolo delle Autonomie, la sua ultima iniziativa. Molte volte è venuto nel mio ufficio a propormi questa idea come punto di forza per gestire tutti insieme le grandi questioni del territorio. Era un uomo tenace,  la sua forza era non mollare mai. Dopo la sua scomparsa ho sentito un grande vuoto. Non andavamo sempre d’accordo ma quando raggiungevamo un’intesa bastava una stretta di mano. La città lo ringrazia per quello che ha seminato e per i frutti che abbiamo raccolto e che raccoglieremo per tanto tempo ancora».

Ferruccio Dardanello: «Non sempre andavamo d’accordo, ma gli volevo bene – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Cuneo – . Spesso ci siamo trovati anche su fronti opposti, come quando lui voleva la provincia di Alba-Bra e io non ero d’accordo. Uomo caparbio, intuitivo, geniale, capace organizzatore, ricordo la sua passione e l’attaccamento per la propria terra, che per lui era il centro del mondo. Ci manca molto».

Maria Luisa Coppa ha ricordato Drocco con commozione: «Quando pensiamo ad Alba pensiamo ad un territorio particolare e a persone particolari. Giancarlo Drocco ha sempre lavorato con lealtà. La sua assenza ci turba, ma siamo anche consapevoli che ha lasciato basi solide perché si portino avanti i principi che lo ispiravano».

Ed infine alcuni dei passaggi salienti dell’intervento del presidente Carlo Sangalli: «Provo tristezza quando penso a due amici di una vita che non ci sono più: Gian Giacomo Toppino e Giancarlo Drocco, due persone indimenticabili. Ma penso anche che ci abbiamo lasciato più di quanto la loro dipartita ci abbia tolto. Giancarlo Drocco ha portato un’idea moderna di “territorio” nella Confcommercio. Aveva compreso anzitempo la vocazione turistica di quest’area, alla quale attribuiva un’identità forte, che ha cercato sempre di far emergere attraverso le battaglie condotte per il territorio, sia nel mondo Confcommercio, portando l’A.C.A. all’adesione diretta, sia in senso generale. Drocco era carismatico ma non individualista, appassionato al locale senza provincialismo, storico senza essere passato, perché il suo metodo di lavoro vive anche oggi. Un amico vero e un campione per tutti noi».

 «Per noi non è stato difficile continuare l’operato di Giancarlo Drocco nell’Associazione – dichiara il presidente Aca Giuliano Viglioneforti di un’impronta molto profonda e di un solco dal quale non è facile allontanarsi. Da Drocco ci viene un grande insegnamento: ci ha abituati a risolvere i problemi, ad affrontare la realtà, in autonomia, dapprima sotto lo sguardo attento, poi da soli. Il nostro impegno, fin da subito, è stato quello di continuare tutte le attività dell’Associazione e di svilupparle ulteriormente, con quello spirito e quella visione imprenditoriale del “guardare oltre”, regola dell’Aca che è anche il testamento e il ricordo che ci ha lasciato».

In conclusione della cerimonia è stata scoperta la targa di intitolazione della sala convegni Aca alla memoria del ragionier Giancarlo Drocco.

Anche l’europarlamentare Alberto Cirio gli dedica un  ricordo: «Giancarlo Drocco è stato e rimarrà per sempre un punto di riferimento del mio impegno politico, dell’amore per Alba e per il nostro territorio. Ho impresso chiaro nella mente il giorno in cui l’ho conosciuto. Era maggio del 1995, avevo 22 anni ed ero stato appena nominato assessore al Commercio di Alba. Mi sono sentito accolto, con un affetto quasi paterno. Affetto che non è mai mancato in tanti anni di impegno insieme. Giancarlo Drocco è uno di quegli eroi albesi che hanno contribuito a fare la storia di questa città, con le loro intuizioni e capacità professionali, ma soprattutto con il grande amore per questa terra. La nostra terra. Credo sia il suo insegnamento più grande: l’orgoglio di essere prima di tutto Albesi. Prima di qualsiasi altra identità geografica o appartenenza politica.  Un campione di Albesità, da cui ho imparato tanto.  Gli devo molto. Gli dobbiamo tutti molto. E credo che il modo migliore per rispettare la sua memoria sia quello di continuare a lavorare per la nostra terra, per il turismo, il commercio, l’autonomia e per tutte quelle che da sempre sono state le sue battaglie».

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