Alla Festa dei popoli con Migrantes, segno di speranza e crescita

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ALBA Don Paolo Rocca dirige il centro Migrantes di via Pola ad Alba, struttura di accoglienza per migranti e vittime di tratta. Con lui parliamo della Festa dei popoli, annuale raduno di etnie e religioni diverse in un unico spazio con lo scopo di costruire un ideale che unisce. L’appuntamento è per domenica 6 gennaio nel tempio di San Paolo, dalle ore 14.30 alle 17.

Qual è il significato della Festa dei popoli?

«Per la prima volta ci ospiterà il tempio di San Paolo: rendiamo così onore alla figura di un apostolo di tutte le genti, colui che ha annunciato Cristo ai popoli. L’obiettivo è conoscerci a vicenda, vivendo l’esperienza della preghiera e della fraternità. Parteciperanno alla festa le suore Luigine, presentando le loro missioni in Bangladesh e India e proponendo a inizio e fine evento una preghiera. Leggeremo un testo musulmano, uno dei Veda e alcune pagine bibliche. Interverranno le ragazze nigeriane ospiti delle nostre strutture, condividendo la propria esperienza. Sarà presente il vescovo Marco, fedeli buddisti e alcuni cattolici albanesi: un pomeriggio di fraternità, relazioni, accoglienza. Gli scout porteranno la lampada di Betlemme accesa dal lume nella grotta della Natività a Betlemme che arde dal 1347».

Il momento induce a credere che aggregazioni come la Festa dei popoli possano sensibilizzare e proteggere dal clima di odio diffuso. Cosa ne pensa?

«Per Migrantes la Festa dei popoli rappresenta il punto di arrivo di un percorso che dura un anno. Viviamo un mondo difficile, dove un presidente di una nazione come la Russia paventa il rischio di una guerra nucleare. L’umanità non impara dalla storia, come anche dimostra il clima di intolleranza diffuso in Italia. Non dobbiamo però perdere la speranza: quelli che appaiono problemi insormontabili si possono sciogliere. Passano i Governi, i regimi, la storia. Ma Il Vangelo rimane non cambia».

La speranza coinvolge in particolare i migranti del vostro centro.

«Tra di loro vi è una ragazza nigeriana, Beauty, mamma da poco. Racconterà la sua storia, molto commovente. Tentiamo di realizzare un’accoglienza che possa essere terreno di crescita non solo materiale, ma anche spirituale: è il piccolo contributo che vogliamo dare».

v.g.

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