Grandi Langhe attende 600 addetti da 20 Paesi

Grandi Langhe attende 600 addetti da 20 Paesi

VINO Barolo annata 2015; Barbaresco e Roero 2016; i vini che rientrano nella denominazione d’origine Langhe (nuova proposta di quest’edizione): è quanto presenterà, il 28 e 29 gennaio nel palazzo Giacomo Morra di piazza Medford, ad Alba, il Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani a seicento addetti ai lavori provenienti da venti Paesi.

Matteo Ascheri, il presidente del consorzio, mercoledì scorso ha presentato quello che sarà il momento di contatto – ideato quattro anni fa dal suo predecessore Pietro Ratti – tra 206 aziende vitivinicole e operatori commerciali, giornalisti, sommelier del resto del Paese e del pianeta. Tra gli assaggiatori professionisti sono stati invitati 21 giovani con meno di 35 anni, dalla Svezia all’India passando per gli Stati Uniti: una scelta che segue la linea di «parlare sempre di più al consumatore finale», che nell’ottanta per cento dei casi è estero. «Ciascuna azienda potrà portare al Palazzo delle mostre e dei congressi un massimo di sei vini per poter allestire al meglio gli spazi, suddivisi in base ai Comuni di provenienza». È un’edizione, quella prossima, che secondo Ascheri «è come fosse la numero zero». Per la scelta di un luogo solo e soprattutto del periodo, gennaio, così da essere un’«apripista alla stagione delle fiere internazionali».

Tre seminari per ogni giornata saranno tenuti da Edoardo Monticelli ed Edmondo Bonelli per illustrare un’area che per l’annata 2018 vale oltre 62 milioni e mezzo di bottiglie; 14 milioni saranno le bottiglie di Barbaresco 2015, più di quattro e mezzo quelle di Barbaresco 2016, definita da Ascheri «l’annata del secolo».
Grandi Langhe sarà preceduta, fino al 27 gennaio, da Nebbiolo prima, la rassegna – più tecnica e scientifica, nata nel ’96 – dell’associazione Albeisa, che all’hotel I castelli illustrerà Barolo, Barbaresco e Roero delle aziende parte dell’Unione produttori vini albesi. Gli invitati sono i comunicatori: i giornalisti e, com’è d’obbligo in tempi digitali, gli influencer, scelti, ha detto la presidente Marina Marcarino, da Paesi lontani, dal Canada e dall’Asia.

Paolo Rastelli

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