Alberti Casellati sotto le torri: il fuoriprogramma in duomo

Alberti Casellati sotto le torri: il fuoriprogramma in duomo
La presidente del Senato Alberti Casellati in San Domenico con la presidente dell’ente Fiera del tartufo bianco Liliana Allena e il direttore Stefano Mosca.

ALBA Un curioso fuoriprogramma in duomo: la scorta appiedata percorre con la presidente del Senato le poche centinaia di metri che separano la chiesa di San Domenico da piazza Risorgimento e si materializza l’incontro con don Dino Negro, alla fine delle celebrazioni liturgiche serali. È durata circa mezz’ora l’improvvisata della presidente del Senato della Repubblica italiana per le vie del centro di Alba: da programma Maria Elisabetta Alberti Casellati avrebbe dovuto visitare, attorno alle 17.30 di giovedì 10 ottobre, di ritorno da Carrù e dall’omaggio alla figura di Luigi Einaudi, la mostra dedicata al Congresso degli artisti liberi, realizzata da fondazione Cassa di risparmio di Cuneo e Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea.

Invece, la presidente ha anche seguito una “lezione” sulla storia della costruzione della cattedrale e sulla fondazione di Alba Pompeia in un curioso duetto non preparato tra il segretario generale del Comune Francesco D’Agostino e il parroco. Un excursus fra architettura e archeologia dalla tomba del primo vescovo della città al battistero paleocristiano riportato alla luce nella navata laterale, ai rimaneggiamenti della facciata della chiesa, alle leggende sulla fondazione.

Com’è andata? Terminata la visita guidata e lo scambio ufficiale di doni, previsto dal cerimoniale in San Domenico, è arrivata la proposta del presidente della Regione Alberto Cirio, nei panni del novello cicerone, e il trasferimento a piedi nella cattedrale di San Lorenzo.

Alberti Casellati sotto le torri: il fuoriprogramma in duomo
La presidente del Senato Alberti Casellati in San Domenico con la presidente dell’ente Fiera del tartufo bianco Liliana Allena e il direttore Stefano Mosca.

«Nasce tutto dall’appuntamento di Carrù: visto che questo è periodo di Fiera del tartufo, l’idea di mettere a calendario una presenza ad Alba è stata una conseguenza, considerando pure il desiderio, espresso da Maria Franca Ferrero, di conoscere la presidente del Senato», ci ha detto il governatore sul sagrato della chiesa affollato di Forze dell’ordine, pochi minuti prima dell’arrivo del corteo di scorta a Casellati.

Ma ad Alba non si dimentica ciò che non va: «La visita è stata anche l’occasione per ricordare alla seconda carica dello Stato il credito che questa terra ha nei confronti di Roma e per chiedere aiuto sulle partite strategiche aperte, a partire dall’Asti-Cuneo», ha proseguito Cirio, a coronamento della due giorni fra Cuneo e Torino.

All’interno di San Domenico la presidente è stata molto attenta alle opere situazioniste e alla copia del Quarto Stato, esposta in navata. Il momento clou ha visto protagonista la presidente dell’ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, Liliana Allena, affidataria di un tuber magnatum Pico omaggiato assieme al kit per l’affettatura firmato Davide Oldani, consegnato dal direttore Stefano Mosca. Alla prosecuzione dell’incontro hanno preso parte il presidente di Famija Albèisa Antonio Tibaldi (presente anche il vice Domenico Boeri), Giuliano Viglione in rappresentanza della fondazione Crc e il primo cittadino di Alba Carlo Bo. Poco più di mezz’ora coronata dai flash dei fotografi all’atto dello svelamento del tartufo, quindi è seguita la passeggiata verso San Lorenzo e infine la partenza per la fondazione Ferrero, un incontro privato prima della cena: location il tristellato Michelin Piazza Duomo con Enrico Crippa in cucina.

Davde Gallesio

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